REDAZIONE FIRENZE

Firenze, Coverciano si indigna: cassonetti davanti al tabernacolo

Un opera d'arte sacra voluta nel '500 da Baccio Bandinelli coperta dai bidoni della raccolta differenziata

Il tabernacolo "nascosto" dai cassonetti (New Press Photo)

Firenze 7 settembre 2023 – Non smettono di far discutere i cassonetti di Coverciano. Dopo quelli spostati in via Lungo l’Africo, ora al centro dell’attenzione sono quelli in via dell’Arcolaio, piazzati proprio davanti al tabernacolo fatto costruire nel XVI Secolo dallo scultore Baccio Bandinelli di tasca propria, come testimonia lo stemma di famiglia: croce gigliata fiancheggiata dall’onore di una palla medicea, concesso dalla Signoria.

La leggenda narra che il buon Baccio volle finanziare quest’opera in memoria dei morti della peste del 1348 che qui furono moltissimi, visto che su questo terreno si dice sorgesse un lazzeretto. In vero pare che il prolifico artista fece ergere questa edicola su un terreno di sua proprietà come dono a delle monache che alloggiavano in un contiguo monastero.

Sia quel che sia, l’affresco originale voluto da Baccio andò disperso, consunto dal tempo; tuttavia passano i secoli e quel terreno che quattrocento anni prima fu del Bandinelli, nel boom urbanistico di Coverciano del 1960 fu comprato da un’impresa edile per ridurla in lottizzazioni e costruirvi palazzi.

Per fortuna che nel ‘58, il tabernacolo era stato vincolato dalle Belle Arti e si salvò. Non solo: dopo decenni di dimenticatoio tornò anche al centro dell’attenzione e si formò un comitato per l’estetica cittadina, e l’anno successivo alle lottizazzioni, nel ’61, per far passare la strada il tabernacolo fu smontato, rimontato e restaurato (era veramente malridotto) e montato invertito rispetto al senso originario.

Non solo: dato che l’affresco originario era del tutto sparito, il comitato vi fece apporre un altro dipinto poco posteriore, che rischiava di andar disperso: un’opera di Matteo Roselli, di inizio XVII Secolo, anch’essa in gravi condizioni, che fu fatta restaurare al pittore Benini e che proveniva dalla Chiesa di Santa Maria De’ Pazzi in Borgo Pinti, e antecedentemente dal vicino monastero che venne demolito per far spazio a via della Colonna.

Tuttavia quest’opera che potrebbe attirare il tanto decantato turismo diffuso delle opere minori nelle periferie, invece di essere valorizzata, viene onnubilato dai bidoni dell’immondizia e sui social di Coverciano si è scatenata la guerra per quel monumento sacro che uno dei simboli del rione.

Sulla questione è intervenuta anche la Lega: "Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio schiaffo in faccia alla cultura, di una città come Firenze, che ha il dovere di esporre con tutti gli onori l'opera voluta dallo scultore Baccio Bandinelli. Fu lo stesso Vasari, ricordiamolo, a riconoscerne la grandezza definendolo ‘artista di fama eterna’.", tuonano il capogruppo in Palazzo Vecchio e segretario provinciale Federico Bussolin e del capogruppo al Quartiere 2, Stefano Nencioni.

"Chiediamo immediatamente al presidente del Quartiere 2, Pierguidi ed alla giunta comunale di prendere contatto con Alia per provvedere allo spostamento immediato dei cassonetti altrove, ma non davanti all'opera - concludono gli esponenti del Carroccio -. Restiamo tutt'ora stupefatti di come sia stato possibile tutto ciò, a Firenze, una delle città d'arte più belle al Mondo. Chi governa questa città, a nostro avviso, deve innanzitutto proteggere e valorizzare tutto il patrimonio artistico e culturale che essa possiede fra i propri confini."

Carlo Casini