
Valdo Spini, ex ministro e parlamentare
Era il 1996 e l’amministrazione Clinton stava rivedendo la presenza diplomatica americana in Italia. Il consolato degli Stati Uniti a Firenze, insieme a quello di Venezia, era finito nella lista delle sedi da chiudere. Ma quella chiusura non ci fu mai (al contrario della città lagunare). E oggi, a quasi trent’anni di distanza, Valdo Spini – allora parlamentare e presidente della Commissione Difesa della Camera – racconta un retroscena che ha avuto un peso decisivo. "In quei giorni a Firenze arrivò l’Undersecretary of State Richard Moose – ricorda Spini – e mi chiesero di partecipare all’incontro istituzionale. Esposi con convinzione l’importanza storica, culturale e internazionale della città nei rapporti tra Italia e Stati Uniti, ma mi resi conto che non era un argomento che faceva breccia". Poi l’intuizione: "Allora cambiai tono e dissi: ‘Guardi, se oggi chiude il consolato, vista la tendenza all’aumento degli studenti americani a Firenze, magari domani sarà costretto a riaprirlo spendendo di più’".
Un ragionamento pragmatico, che colpì nel segno. "Mi accorsi subito che quell’argomento aveva fatto centro. Moose mi disse ‘ricevuto’. E il consolato non venne chiuso". Oggi, con migliaia di studenti americani ogni anno in città (se ne contano almeno 18mila), quell’intuizione si dimostra ancora attuale. "La presenza culturale e accademica degli Usa a Firenze è cresciuta esponenzialmente – aggiunge Spini – e l’argomento che convinse allora il Dipartimento di Stato, continua ad avere valore anche oggi". Secondo Spini "è importante per Firenze mantenere saldo il legame con gli Stati Uniti perché si tratta di una relazione che va ben oltre l’aspetto diplomatico, coinvolgendo cultura, economia, formazione e turismo. La presenza del Consolato americano in città è un presidio simbolico e operativo che testimonia il ruolo internazionale di Firenze". Ma l’ex ministro mette in guardia: "Occorre però vigilare, perché il tema della razionalizzazione delle sedi diplomatiche torna ciclicamente nei dibattiti politici e nei piani di contenimento dei costi. Non bisogna mai dare per scontata questa presenza: serve attenzione costante da parte delle istituzioni locali e nazionali affinché non venga mai meno".
Antonio Passanese