Strage di Pratale, la lotta di De Paolis: "I carnefici hanno un nome"

Il procuratore generale della corte militare d’appello di Roma in visita a Barberino-Tavarnelle "Vicino al Comune dal 2012, quando ricevetti una lettera dal sindaco per far luce sull’episodio".

Strage di Pratale, la lotta di De Paolis: "I carnefici  hanno un nome"

Strage di Pratale, la lotta di De Paolis: "I carnefici hanno un nome"

Il cacciatore di teste delle stragi nazifasciste in Italia è stato ospite a Barberino Tavarnelle per parlare della strage di Pratale e per essere presente al conferimento della medaglia d’oro al merito civile sul gonfalone del Comune. Marco De Paolis, procuratore generale militare presso la Corte militare d’appello di Roma, colui che ha individuato i presunti responsabili della strage di Pratale ha incontrato gli studenti e i cittadini del territorio. Il lavoro negli anni del procuratore De Paolis è stato determinante. In quindici anni, tra il 2002 e il 2018, da lui spesi in indagini, interrogatori, sopralluoghi, esami dei testimoni, processi, hanno portato a oltre 500 procedimenti giudiziari contro i presunti criminali di guerra nazisti e fascisti per gli eccidi di civili e militari. Tra queste, quella di Pratale avvenuta il 23 luglio 1944. "Il mio lavoro per la strage di Pratale nasce dalla volontà dell’amministrazione comunale di far luce sull’efferatezza di questo episodio", racconta. "Nel 2012 ricevetti una lettera da parte dell’allora sindaco del comune di Tavarnelle Val e da quel momento ho attivato un percorso di indagini e ricerche negli archivi italiani e tedeschi che in due anni hanno portato all’accertamento giudiziario di alcuni militari che appartenevano al reparto che ha compiuto la strage", spiega De Paolis. Grazie al lavoro di indagine del Procuratore sono venuti fuori i nomi, le generalità e i gradi dei militari appartenenti alla Compagnia coinvolta nell’eccidio. Si tratta di una squadra alle dipendenze della seconda Compagnia del dodicesimo Reggimento, quarta Divisione Cacciatori Paracadutisti.

Il comandante della quarta divisione era il generale di Brigata Trettner Heinrich, nato il 19 giugno 1907 a Minden (Germania), mentre il comandante del dodicesimo Reggimento era il maggiore Timm Eduard, nato il 15 febbraio a Konigsberg (Germania). Ma non è possibile arrivare ad un a processo. "Nonostante la loro individuazione e le prove raccolte – tiene a sottolineare il Procuratore - per essi non è stato tuttavia possibile celebrare un processo poiché erano tutti già deceduti al momento in cui è stata condotta l’indagine". Però i nomi ci sono.

"L’indagine – precisa De Paolis - ha permesso di individuare prima il reparto autore dei fatti, poi la struttura e la composizione dei compartimenti militari e infine i presunti responsabili". I militari individuati quali appartenenti al reparto autore dell’eccidio con incarichi di comando e che erano stati indagati come presunti responsabili dei crimini, sono: Bruno Wittenauer, nato il 19 giugno 1919 a Gernsbach (Germania), Tenente-Comandante; Rudolf Kurz, nato il 29 giugno 1916 a Kiel (Germania), Sottufficiale aspirante Ufficiale, comandante di squadra; Bernhard Schulze-Holtenhausen, nato il 15 maggio 1922 a Reken (Germania), Caporalmaggiore; Herbert Flessenkemper, nato il 21 gennaio 1918 a Wuppertal (Germania), paracadutista; Georg Ogorek, nato il 10 giugno 1917 a Breslau (Polonia), paracadutista; Rudolf Moser, nato il 26 febbraio 1919 a Alpbach (Austria), paracadutista. De Paolis non si è occupato soltanto di Pratale. "Una delle stragi che mi ha colpito di più – dice - è quella di Sant’Anna di Stazzema. È stata la più difficile da affrontare per l’entità della tragedia collettiva e la drammaticità delle testimonianze che sono state lancinanti". Sono 4mila le vittime civili e circa 200 le stragi che la Toscana annovera nell’estate del 1944.

Andrea Settefonti