OLGA MUGNAINI
Cronaca

Stefano Chiassai al Mad. Dalla moda alla pittura: "Disegno l’attualità"

Il fashion designer allo spazio delle Murate con ’Drawing Everyday. Diario visivo’ "Parlo di amore, fratellanza, diritti umani: è un inno a un mondo migliore" .

Dalle passerelle dell’alta moda alle anguste celle di una prigione, per inseguire lo scorrere della vita, fra storie di dolore e di speranza. Perché anche disegnare un capo d’abbigliamento in definitiva è raccontare una storia. L’importante è saper tenere la matita in mano. E Stefano Chiassai è da quando è bambino che disegna, colora, inventa universi fantastici che nascono dalla realtà, bella o brutta che sia. Fashion designer per i più importanti brand internazionali, fra cui stilista per le collezioni di Fendi, Chiassai stavolta invece che alla ribalta di Pitti Uomo, entra negli spazi espositivi del Mad, Murate Art District, non come creatore di moda ma come artista, con una mostra a cura della direttrice Valentina Gensini, organizzata da Muse.

Nato ad Arezzo, residente in Valdarno e formatosi alla Scuola d’arte di Porta Romana, che sia per disegnare abiti di maison del lusso o per fermare impressioni e ricordi, Chiassai è sempre con matita e pennarello in mano, almeno 4 ore al giorno.

Come si è scoperto artista, oltre che fashion designer?

"Disegnare è sempre stata una mia grande passione e “disegnare ogni giorno” è un desiderio che ho scoperto nel lockdown. Da qui il titolo della mostra al Mad ,“Drawing Everyday. Diario visivo”. Tutti i giorni mi dedico alla traduzione in disegni gli avvenimenti del mondo che rapiscono la mia attenzione".

Cosa espone al Mad, dopo le altre mostre fra cui a Milano?

"La mia esperienza di stilista e la mia conoscenza delle tecniche di lavorazione dei tessuti mi hanno portato a trasformare i disegni della mostra in arazzi, tappeti, oggetti di design, tessuti Jacquard che ho poi trasformato in capi di abbigliamento. I miei disegni, un po’ per esorcizzare le tante cattive notizie che riempiono le pagine dei quotidiani, diventano personaggi fuori della realtà, fiori, piante, folletti, parole che parlano di vita, sogno, futuro, amore, fratellanza, diritti umani, in un’esplosione di colori che trasmette gioia e positività, come un inno a un mondo migliore".

Ad esempio, quali notizie?

"Dall’alluvione in Emilia Romagna alle aziende che investono per fabbricare macchine elettriche. Oppure la guerra in Ucraina, che mi ha ispirato i cinque arazzi sospesi per aria qui al Mad, una sorta tappeto parlante con piccoli disegni che dicono sì all’amore e no alla guerra, con parole come passione, uguaglianza. Così come i manichini alti due metri che volano in alto con un messaggio di speranza".

Il Mad è un luogo particolare.

"Esatto, per questo le mie opere e installazioni volano in alto a spezzare il dolore che è stato racchiuso fra le pareti di questa prigione".