EMANUELE BALDI
Cronaca

"Stavolta la destra se la giocherà. Renzi può essere l’ago della bilancia. Lui stampella di Eike? Difficile, ma..."

Damilano dice la sua sulle elezioni: "Peserà molto il risultato di Nardella alle Europee. Può fare da traino". Il ruolo dell’ex rottamatore: "Se va a Bruxelles non aiuterà il centrodestra, se fa flop potrebbe invece farlo".

"Stavolta la destra se la giocherà. Renzi può essere l’ago della bilancia. Lui stampella di Eike? Difficile, ma..."

"Le elezioni comunali fiorentine? Saranno, come negli altri capoluoghi in cui si sceglie il sindaco, condizionate inevitabilmente dal voto europeo".

Marco Damilano – saggista esperto di politica, già direttore dell’Espresso – in Toscana per presentare “La mia piccola patria. Storia corale di un paese che esiste”, analizza la tornata amministrativa di giugno descrivendola come strettamente connessa al ’gradimento’ dei partiti con vista Bruxelles.

A Firenze per la prima volta si parla di partita aperta.

"Il caso Firenze ricorda quello di un’altra grande città dove si vota per il sindaco, Bari. In entrambi i casi il centrosinistra al primo turno si presenta diviso e il centrodestra compatto".

È pur vero che, numeri alla mano da tre decenni in riva d’Arno il centrosinistra ha sempre contato, vuoi al primo turno vuoi al ballottaggio, su una ’rete’ di 110.000 voti. Il telaio regge?

"Non conosco così bene la realtà fiorentina da poterlo dire. Possono solo dire che con Eike Schmidt stavolta la destra ha una candidatura forte, competitiva. Prima si limitavano a partecipare, ora possono giocarsela fino in fondo per vincere".

Lei parla di amministrative legate al voto europeo. Ci spieghi meglio.

"A Firenze il sindaco uscente Dario Nardella, così come De Caro a Bari, è in corsa per Bruxelles. Quindi si misura su un doppio passaggio. Se la sua eredità politica in città è gradita farà da traino a Sara Funaro, sua erede".

Si dice che Elly Schlein in caso di sconfitta a Firenze rischierebbe di perdere il Nazareno.

"Non credo. Molto dipenderà ancora una volta dal voto di lista alle Europee. Se il Pd non fa flop resterà in sella come fece D’Alema nel 1999 quando i Ds persero Milano. Sarebbe curioso se dovesse pagare lei eventuali errori del partito locale...".

Tra Renzi e il Pd qui si è consumata una frattura lacerante e Italia Viva corre da sola. Cosa farà l’ex rottamatore in caso di ballottaggio tra Schmidt e Funaro?

"Ci risiamo con le Europee".

Ovvero?

"Se, come pare, i suoi Stati Uniti d’Europa dovessero superare la soglia di sbarramento del 4% Renzi tornerebbe al centro della scena politica. Ed ecco, faccio fatica a pensare che a Firenze possa fare la ruota di scorta al centrodestra anche perché in una prospettiva strategica può occupare uno spazio nel centrosinistra tuttora disabitato".

E se quello sbarramento non lo superasse?

"Sarebbe in grossa difficoltà e a quel punto sì, per recuperare la scena potrebbe appoggiare il centrodestra per recuperare. Come si suol dire “pochi, maledetti e subito“".

Chi rischia di più in questa tornata?

"Ormai il trend sembra consolidato. Fratelli d’Italia e Pd sembrano avere più consensi rispetto al 2022, mentre Conte e Salvini sembrano in difficoltà. Ma la vera incognita è l’astensionismo. Anche per le elezioni comunali. Se dovesse votare meno del 50% degli elettori salterebbe ogni calcolo".

Addirittura meno del 50%...

"Beh alle Europee del 2019 l’affluenza si fermò al 54%. Se il trend è questo...".

Un’ultima domanda. Il centrosinistra che a Firenze, secondo alcuni sondaggi, sarebbe ancora alcuni punti lontano dal 50% stava per imbarcare il Movimento 5 Stelle. Poi non se n’è fatto di nulla. Scelta giusta del Pd?

"Considerando il peso del Movimento a Firenze direi di sì".