OLGA MUGNAINI
Cronaca

Parola di soprintendente: "Tram, ora nuove pensiline. No alla terza torre di Novoli. E l’Arno torni luogo di vita"

Antonella Ranaldi fotografa virtù e difetti della città: "I fiorentini? Litigiosi ma sanno ascoltare". "Occhio a antenne, parabole e condizionatori: dettagli che insieme incidono negativamente "

Firenze, la ruota panoramica fotografata dal Piazzale Michelangelo (Foto Marco Mori /New Press Photo)

Firenze, la ruota panoramica fotografata dal Piazzale Michelangelo (Foto Marco Mori /New Press Photo)

Firenze, 10 agosto 2024 – «Ogni finestra di Firenze è un quadro con vista sulla città, che va salvaguardato. Quindi massima attenzione ad antenne, parabole, terrazzi e terrazzini più o meno abusivi e condizionatori, che incidono negativamente. Interventi anche piccoli ma diffusi creano un impatto rilevante. Un po’ più di decoro sarebbe auspicabile". Dal novembre 2022 Antonella Ranaldi guida la Soprintendenza di Archeologia, Belle arti e Paesaggio per Firenze e Pistoia e Prato. Un impero, con mille bellezze ma anche vincoli e problemi, specialmente per una città che tenta di diventare moderna. Laureata in architettura e specialista in restauro dei monumenti, per quanto severa e rigorosa, il suo approccio è sempre teso al dialogo.

Firenze, la soprintendente Antonella Ranaldi (Marco Mori/New Press Photo)
Firenze, la soprintendente Antonella Ranaldi (Marco Mori/New Press Photo)

Sovrintendente Ranaldi, lei che viene da Milano, ormai si sarà fatta un’idea di Firenze.

"Mi dicevano, “attenta, i fiorentini sono litigiosi...“. E’ vero, però sono anche disponibili e pronti a capire come risolvere i problemi. Del resto le persone si devono fidare di noi: siamo come i medici che curano i malati, noi invece vogliamo curare i monumenti".

Facile a dirsi, ma prendiamo la questione dell’aeroporto. Il vostro parere nella nuova valutazione di impatto ambientale sarà fondamentale.

"E’ proprio uno dei primi argomenti da affrontare a settembre. So che se ne parla da decenni, e le nostre competenze riguardano l’aspetto del paesaggio. Noi siamo favorevoli all’allungamento della pista, pensando all’importanza di questa infrastruttura non solo per il turismo ma anche per il business. I temi su cui dobbiamo fare attenzione sono le visuali, perché ci troviamo vicino alla ville medicee. Chiediamo che la vista non sia compromessa, ma si può fare. Già nel primo progetto proposto si pensava a un declivio artificiale coperto da vigneti. Vedremo adesso la nuova ipotesi".

Passiamo alla tramvia.

"E’ un’opera che ha il suo impatto, non si può negare. Ma ha un senso per una città che affronta i temi della mobilità, visto che la tramvia è una risposta meno inquinante di altre. Firenze deve essere una città che funziona, accessibile a turisti e residenti. Insomma, moderna".

Ma i nodi da sciogliere quali sono ora?

"I progetti sono passati dalle varie conferenze di servizi. Purtroppo c’è un sacrificio delle alberature, che però verranno ripiantate. Saranno poi sostituite le pensiline esistenti con un modello Foster uguale a Milano, perché p enso anche al comfort per chi usa i mezzi pubblici: stare sotto il sole ad aspettare non è civile".

Presto parlerete del rinnovo dei permessi dei dehor.

"Sì, il Comune ha un regolamento più volte prorogato che richiede un aggiornamento. Si stabiliranno dehor ammissibili, ovvero occupazioni leggere come tavolini e sedie, anche con più. Diverso è il caso di dehor chiusi che sono veri e propri volumi edificati. Alcuni nelle dimensioni e trasparenze vanno rivisti, per andare verso un maggior decoro urbano per le strade e le piazze. E poi sa, c’è un altro tema che mi interessa e che mi intriga per la città, che è l’acqua".

Cioè? Ci spieghi.

"Va recuperato il rapporto con l’Arno. Non va visto come un nemico o un elemento di pericolo ma come luogo di vita, con strutture e allestimenti temporanei. Basterebbe anche più manutenzione per avere argini più accessibili e vivibili, per un rapporto di vicinanza e non di estraneità col fiume".

A che punto è il progetto dell’ex ospedale militare in Costa San Giorgio?

"Non vedo lavori in corso di svolgimento ma i progetti da parte della sovrintendenza sono tutti approvati".

Cosa pensa dell’idea del presidente della Regione Eugenio Giani che vorrebbe realizzare una terza torre a Novoli?

"Non è in un’area vincolata. Ma io spero che Firenze non indirizzi il suo sviluppo in altezza. La cupola di Santa Maria del Fiore deve rimanere l’emergenza che copre tutto l’invaso nelle colline. Vedo con preoccupazione che nello sviluppo verso la Piana si voglia superare l’asticella delle altezze".

Veniamo allo stadio.

"I lavori sono in corso. In questo mese ho già fatto tre sopralluoghi. La parte che seguiremo con più attenzione è proprio quella del restauri delle strutture di Nervi. E’ un lavoro complesso col restauro del cemento armato a vista".

Che fine ha fatto il progetto al posto della Loggia Isozaki?

"Mi sembra che non se ne parli più. Sono certa che il direttore degli Uffizi Simone Verdi se ne occuperà".

Alle Cascine la ruota panoramica resterà per sempre?

"Io non la vedo come struttura stabile. Funziona come attrazione se è temporanea, ma a lungo stanca. Mentre per piazza Vittorio Emanuele ci sarà un bel progetto di ricomposizione del piazzale secondo il disegno di Poggi".

Ma secondo lei, Firenze che città che è? E cosa dovrebbe diventare?

"Penso che debba essere una città conservata nella sua bellezza e unicità. Ma anche città aperta: Firenze è sì di chi ci abita, ma anche patrimonio mondiale Unesco e deve accogliere. La presenza cosmopolita e internazionale è un valore e può essere motivo di crescita. Gli stranieri popolano e a volte invadono la città. Sono sì turisti, ma anche studenti, persone che vengono che fanno di Firenze una scelta di vita. Questa capacità di accogliere non è un limite ma un’opportunità".

Ma l’overturism potrebbe portare al numero chiuso?

"Io spero che non si arrivi a tanto e mi auguro e che si trovino le giuste formule di governance e di sviluppo della città".

Qualche idea?

"Cominciando a pensare al territorio intorno. Abbiamo una concentrazione di turisti nel centro storico che è un problema, quando invece potremmo spostare le attrazioni alle colline intorno, ma non come ipotesi di sviluppo edilizio, ma come offerta turistica distribuita dal Chianti alla Piana, fino al Mugello. Firenze non è solo il centro, quello che ha intorno ne è parte integrante. Per questo salvaguardare tutte le visuali sulla città è importante".