
Il magistrato, destinato all’organismo europeo, ha chiesto ancora tempo per chiudere i fascicoli sull’attentato mafioso di via dei Georgofili. Ma dopo i servizi di Report, Forza Italia chiede un’ispezione a Firenze.
di Stefano BrogioniFIRENZEDue mesi di "ritardato possesso" della sua prossima sede di lavoro, motivati dall’esigenza di definire i fascicoli sulle stragi del 1993. Slitta ancora la partenza da Firenze del procuratore capo, Filippo Spiezia (nella foto), destinato a ricoprire il ruolo di membro italiano di Eurojust dopo l’annullamento della sua nomina da parte del Consiglio di Stato, ma a tutti gli effetti ancora al vertice dell’ufficio all’ottavo piano.
Procura segnalata ora al Guardasigilli Nordio da due interrogazioni dei parlamentari di Forza Italia dopo la puntata di “Report“ di domenica scorsa, incentrata proprio sui fascicoli relativi agli attentati del 1993 quando Firenze pagò il suo pesante contributo. A dir la verità Spiezia aveva chiesto sei mesi di tempo per chiudere tali fascicoli, molto delicati e di ampio interesse mediatico, ma gliene sono stati concessi solo due. A metà agosto, dunque, dovrebbe arrivare la comunicazione da cui gli restano altri trenta giorni per insediarsi nel nuovo ufficio nell’organo europeo di cooperazione giudiziaria, con sede a L’Aja.
Ma sono proprio le inchieste che Spiezia si è preso l’impegno di definire, al cui interno risultano indagati il braccio destro di Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, e il generale dei carabinieri Mario Mori, che hanno riproiettato la procura del capoluogo toscano in mezzo al polverone, come ai tempi dell’inchiesta Open.
Durante la puntata di Report di domenica in cui sono stati approfonditi gli equilibri tra Mori, accusato di “orientare“ il lavoro della commissione parlamentare antimafia guidata da Chiara Colosimo (Fdi), è stato fatto riferimento ad alcune intercettazioni "irrilevanti sotto il profilo penale e coperte da segreto investigativo" tra Mori, il suo avvocato Basilio Milio e il giornalista del Dubbio Damiano Aliprandi. Mentre i 5Stelle chiedono che quelle telefonate vengano trasmesse anche alla commissione antimafia, di contro Forza Italia ha presentato due interrogazioni al ministero della Giustizia Nordio in cui i firmatari (i senatori Gasparri, Zanettin, Paroli, Damiani, Occhiuto, Ternullo, Trevisi, De Rosa, e una alla Camera, sottoscritta dagli onorevoli Pittalis, D’Attis, Tenerini, Castiglione, Costa, Calderone, Bellomo) chiedono "se si intenda avviare un’ispezione presso la Procura di Firenze per individuare i responsabili della diffusione abusiva delle intercettazioni".
"Le intercettazioni - proseguono i senatori - proverrebbero dalla Procura di Firenze, che dal 2023 indaga su Mori. Non risulta alcuna indagine sulla violazione del segreto da parte del procuratore Filippo Spiezia. Si ricorda che sempre a Firenze, i pm Tescaroli e Turco indagarono su Berlusconi e Dell’Utri come mandanti esterni delle stragi del ‘93-‘94. Lo scopo della puntata sembrerebbe quello di delegittimare le testimonianze raccolte dalla Commissione antimafia, che contrastano con la ricostruzione del senatore Scarpinato". L’ex magistrato che, sulla linea della procura fiorentina, “punta“ sulla pista ’nera’, ovvero sul coinvolgimento di estremisti di destra esterni alla mafia come Stefano Delle Chiaie o Bellini. Per la commissione - e per Mori - la stagione stragista ebbe invece origine dalle indagini che avrebbero potuto scaturire dagli sviluppi del rapporto investigativo dei carabinieri "mafia-appalti".