REDAZIONE FIRENZE

Sicurezza sul lavoro, verso il protocollo tra Asl e Procura fiorentina

Firma imminente protocollo tra Asl Toscana e Procura di Firenze per contrastare sfruttamento del lavoro. Nuova legge punisce datore di lavoro responsabile.

Per la sicurezza nei luoghi di lavoro si va verso la firma di un protocollo che vedrà una strettissima collaborazione tra Asl Toscana centro e Procura di Firenze. Tecnici della prevenzione, che sono ufficiali di polizia giudiziaria, con una formazione specifica e una notevole professionalità sviluppata in anni di lavoro saranno distaccati negli uffici della procura per dare impulso all’attività che emerge dai controlli nelle aziende pubbliche e private. Sulla stregua, come ha spiegato nuovamente ieri il governatore toscano Eugenio Giani, del Piano lavoro sicuro sviluppato a Prato dal 2014, dopo la tragedia del rogo dell’impresa Teresa Moda, che a fine 2013 si portò via sette operai cinesi.

In tale contesto venne siglato un protocollo tra la Regione la procura generale e quelle territoriali, che consentì la proiezione presso gli uffici giudiziari di personale amministrativo del sistema sanitario in modo da sostenere il carico conseguente all’incremento delle notizie di reato. Solo più tardi si è aggiunto un ulteriore protocollo tra Asl e Procura di Prato che ha previsto il distacco di un nucleo di tecnici della prevenzione e una collaborazione strutturata per perseguire lo sfruttamento del lavoro. L’introduzione della nuova legge che ha riformato l’articolo 603-bis del Codice penale ha reso più efficace l’azione giudiziaria in fatto di sfruttamento e intermediazione illecita del lavoro, il caporalato. E se prima si puniva solo chi reclutava i lavoratori ora si punisce anche chi sfrutta, impiega e assume, vale a dire il datore di lavoro. L’uso di violenza, minaccia o intimidazione non definiscono più la fattispecie del reato ma diventano aggravanti. Non solo: si punisce comunque, anche senza un’organizzazione a monte dello sfruttamento. Insomma, il vero dominus è il datore di lavoro che prima restava impunito.

Ilaria Ulivelli