
Franz Di Cioccio e Patrick Djivas della Premiata Forneria Marconi
Maria, Angiolina, Marinella tornano ad impigliare le loro storie tra le corde della chitarra di Fabrizio De André nell’omaggio che gli riserva al Premiata Forneria Marconi sabato, alle 17,30, al festival Suoni Controvento. “Doppia traccia” è il progetto estivo messo in strada da Franz Di Cioccio e Patrick Djivas per lasciare le impronte digitali della propria musica sulle canzoni dell’ “amico fragile” così come accaduto nel tour dell’inverno 1978-1979. Nella prima parte c’è il juke-box della Pfm, con un repertorio in bilico tra “Impressioni di settembre” e “Maestro della voce”, mentre nella seconda quello di Faber con “Giugno ‘73”, “Bocca di rosa”, “Volta la carta” ed altre, fra cui quella “Il pescatore” proposta a Sanremo da Olly e Goran Bregović con l’arrangiamento della Premiata. "Effettivamente ‘Il pescatore’ oggi è più riconoscibile nella nostra versione che in quella originale" ammette Lucio “Violino” Fabbri, al fianco dei due titolari con Alessandro Scaglione, Marco Sfogli, Eugenio Mori, Francesco Bellia.
Un live intitolato “Pfm canta De André” l’avevate pubblicato già nel 2008 questo è “Pfm canta De André Anniversary”)
Patrick Djivas: "Si tratta di un disco che potrebbe essere uscito ieri come 40 anni fa. I ragazzi hanno bisogno di qualcosa in cui credere e De André è così fuori dalle righe, dalla banalità che è facile aggrapparcisi.
Perché la formula funzionò?
Di Cioccio: "Perché noi siamo sempre stati più musicisti che poeti, finimmo per trovare completamento nella straordinaria penna di Fabrizio".
Un fortunato imprevisto...
Flavio Premoli: "Direi proprio di sì, visto che il nostro incontro avvenne grazie ad un paio di vere e proprie casualità. Ci trovavamo infatti in Sardegna per un concerto e lui venne ad ascoltarci con un amico pastore. A fine spettacolo volle conoscerci dicendo che, se fossimo stati liberi, il giorno successivo ci avrebbe ospitati a pranzo. Eravamo liberi e andammo a casa sua all’Agnata. Fu a tavola che se ne uscì con l’idea del tour assieme, credo suggestionato pure dalle scelte ‘elettriche’ fatte in quegli anni da un suo grande riferimento come Bob Dylan".
Perché?
Premoli: "Forse perché aveva bisogno di una tribù che lo proteggesse e vide nel gruppo il contesto ideale".
Avventura che portò molto pure a voi.
Djivas: “Assolutamente. Poco dopo quell’esperienza pubblicammo l’album ‘Suonare suonare’ di cui eravamo gli autori di tutte le musiche e di tutti i testi compiendo così un salto di qualità rispetto al passato".
Andrea Spinelli