Rogari
Siamo assediati dalla violenza. È la violenza inaudita, barbara delle guerre che tutti i telegiornali ci portano a casa. È la violenza sistematica della filmografia deteriore, quella che alle idee, mancanti, sostituisce il sangue, le botte, le armi. La violenza è così diffusa ed esondante che rischiamo di assuefarci senza percepire l’impatto devastante che ha sull’animo dei ragazzi.
Poi siamo investiti e commossi da questo altro ordine di violenza, molto privata, molto vicina a noi, alla nostra quotidianità. È la violenza di coppia ove lui aggredisce lei, fino all’estremo dell’assassinio, riaffermando la regola del più forte. Allora d’un tratto scopriamo che l’immersione di violenza e di prevaricazione nella quale facciamo vivere i nostri giovani si traduce in una violenza privata che ci diviene intollerabile. Non è più la violenza di una guerra lontana, ma è la violenza che si manifesta nelle mura domestiche a scapito del più debole, oppure fuori delle mura dove i rapporti fra i sessi posso diventare difficili per la mancata accettazione dell’autonomia della donna che esprime la sua sostanziale parità. Questo percorso verso la parità femminile non trova solo i suoi tradizionali ostacoli e vischiosità nel mondo del lavoro. Le difficoltà sono soprattutto psicologiche, culturali. Il vero problema sta nel fatto che le donne sanno cosa vogliono e dove vogliono arrivare, mentre nessuno ha spiegato agli uomini come debbono ripensare sé stessi. Sanno copiare i ruoli dei loro padri e nonni, ma non hanno gli strumenti per riesaminare sé stessi. Né la società circostante che esalta la forza e la prevaricazione li aiuta. Così i rapporti di genere diventano squilibrati nel confronto fra una consapevolezza e uno smarrimento. Per fortuna questo, nella stragrande maggioranza dei casi, non si traduce in violenza fisica. Ma quando questa arriva sappiamo qual è la sua origine. Giulia è l’ultima vittima. Tutti speriamo che il suo caso sia l’ultimo, ma il pessimismo della ragione ci dice che non lo sarà, perché quell’opposizione fra coscienza e smarrimento permane e ci affligge.