REDAZIONE FIRENZE

Scuola cani guida Nostra eccellenza

A Scandicci opera una realtà straordinaria per il servizio sociale che offre, la Scuola Nazionale cani guida per ciechi. Questa funziona anche grazie a un gesto di altruismo che decine di fiorentini compiono in silenzio. A costoro vengono dati in affido cuccioli di labrador o di golden retriever, ancora piccoli per essere di aiuto, e dopo un anno, quando hanno l’età giusta, la scuola li riprende per addestrarli e quindi affidarli ai non vedenti, che grazie a loro potranno avere una vita migliore. Il problema, però, è che dopo un anno vissuto con un cucciolo, l’affidatario ci si affeziona: "Non nego che ogni volta che devo riportarlo alla Scuola è uno strazio", ha raccontato uno dei volontari alla quinta adozione. Perché lo fanno allora? Perché, pur amando gli animali, hanno chiara nella coscienza una gerarchia di valori e sanno che la grande ricchezza dell’uomo è la solidarietà verso il simile che soffre o sta peggio. Scrivo queste cose pensando alle ferocie che in queste ore stanno piovendo su Papa Francesco, reo di non aver voluto benedire un cane a una fedele. Accuse terribili e inquietanti. Perché ciò che è in discussione non è l’amore per gli animali, figurarsi.

Sosteneva Gandhi che una civiltà la si misura dal modo in cui tratta gli animali e aveva ragione da vendere. Ma anche lui non avrebbe mai teorizzato di rendere questi nuovi dei, con un balzo culturale indietro nel tempo all’antico Egitto. Sì, ciò che smarrisce in questo tempo è la sproporzione dei valori. Perché se in una società la spiacevole uccisione di un’orsa crea più dolore della morte di migliaia di persone inghiottite dal Mediterraneo mentre tentano di sfuggire alla fame; se l’indignazione sociale è più forte contro chi abbandona un cane rispetto a chi rapisce in serie bambini alle proprie famiglie, non dovrebbe essere la Chiesa a ricondurci all’umano ma la Ragione. Quella che ancora oggi ci porta a dire che la misericordia verso l’uomo è l’essenza della giustizia e l’unica via per sfuggire alla globalizzazione dell’indifferenza. Per questo, più che offenderlo dovremmo ringraziarlo Papa Francesco, credenti e laici. Perché finché c’è qualcuno a ricordarci che l’umanità non è un invenzione sfuggita di mano a Dio ma un modo alto per dare un senso alla vita, forse la nostra civiltà e questo mondo potranno ancora salvarsi.