
Don Giovanni Momigli
di Fabrizio Morviducci
"La prima valutazione relativa alla soppressione della parrocchia di San Zanobi a Casignano, risale al 2019, data della visita pastorale del Vescovo".
E’ il proposto di Scandicci, don Giovanni Momigli a volerlo precisare, dopo la determina di chiusura firmata dal vescovo Giuseppe Betori, facendo al contempo il punto e soprattutto indicando un percorso di condivisione sul futuro dell’edificio sacro.
Don Momigli proprio non si può tornare indietro? Firmerebbe nuovamente quella richiesta?
"Io l’ho firmata solo in qualità di rappresentante legale dell’Ente parrocchia. Tutto nasce nel 2019, io non c’ero neanche, quando il Vescovo, a conclusione della sua visita pastorale, ha chiesto al vicariato di Scandicci, come in ogni altro vicariato, di sopprimere le parrocchie che per le loro dimensioni non sono in grado di avere una vera vita pastorale autonoma che comprenda tutte le funzioni proprie di una parrocchia, iniziando dal catechismo".
In quanti sono stati d’accordo?
"La soppressione della parrocchia di San Zanobi a Casignano è stata condivisa all’unanimità dai preti e dai diaconi del vicariato di Scandicci, quando vicario era don Marco Calamandrei, con l’impegno che in una fase successiva avremmo valutato una funzione idonea per la Chiesa dedicata al patrono".
Cosa vuol dire sopprimere la parrocchia?
"La stessa cattedrale di Firenze alcuni anni fa fu soppressa come parrocchia, dal cardinale Silvano Piovanelli, ma non ha smesso di essere una chiesa. La soppressione dell’ente giuridico parrocchia non significa inibire la Chiesa al culto: nella chiesa legittimamente dedicata o benedetta si possono compiere tutti gli atti del culto divino, salvi i diritti parrocchiali".
Con tutte le parrocchie senza presidio perché proprio San Zanobi a Casignano doveva essere chiusa?
"Preti, giornalisti e politici guardano all’oggi, senza una previsione verso il domani. Ma la soppressione di Casignano non è stata la prima sul territorio e non sarà l’ultima. Ma quello che rende speciale questo luogo è proprio l’essere intitolato al patrono di Scandicci e dell’Arcidiocesi".
Come finirà?
"Finirà con un percorso che da settembre coinvolgerà la chiesa di Scandicci e i cittadini visto che la chiesa cittadina è piuttosto chiusa in se stessa. La valorizzazione della Chiesa di San Zanobi a Casignano, proprio per quello che rappresenta, non può derivare da uno status che la faccia apparire una specie di para-parrocchia e neppure dal fatto che oggi è ben presidiata, ma dovrà essere determinata da scelte pastorali precise che coinvolgano almeno l’intero vicariato, ma non solo. Ma vorrei sottolineare una cosa".
Prego...
"Il problema non è la soppressione della parrocchia, ma come si valorizza questo luogo per il futuro: adesso c’è un presidio, domani potrebbe non esserci più. Quindi va studiato un piano che tenga conto di ogni eventualità".
Questo è il punto del proposto di Scandicci, mentre continuano le reazioni da parte delle tantissime persone che continuano invece a pensare che, quale che sia il progetto di valorizzazione, quella parrocchia non dovesse essere soppressa. Un confronto che va avanti serrato anche in queste ore.