DUCCIO MOSCHELLA
Cronaca

San Lorenzo di denuncia. Affondo di Gambelli: "Operazioni militari come pulizia etnica"

L’arcivescovo prende posizione sull’escalation nella Striscia di Gaza. E sulla città: "Il vuoto dei cuori porta ad arrampicarsi sulle chiese". In serata spazio alla tradizione: in piazza pasta al ragù e cocomero per tutti.

L’arcivescovo prende posizione sull’escalation nella Striscia di Gaza. E sulla città: "Il vuoto dei cuori porta ad arrampicarsi sulle chiese". In serata spazio alla tradizione: in piazza pasta al ragù e cocomero per tutti.

L’arcivescovo prende posizione sull’escalation nella Striscia di Gaza. E sulla città: "Il vuoto dei cuori porta ad arrampicarsi sulle chiese". In serata spazio alla tradizione: in piazza pasta al ragù e cocomero per tutti.

Il male può essere vinto solo con il bene. Non è un dogma, ma un’assoluta certezza se si guarda alla nostra realtà con gli occhi della fede, con l’intercessione magari di San Lorenzo che di Firenze è co-patrono. Un bene, ne è sicuro l’arcivescovo Gherardo Gambelli, che impedisca di portare a termine operazioni militari "come delle intollerabili forme di pulizia etnica" (evidente il riferimento a Gaza) e che faccia uscire dal senso di vuoto che porta a trasformare le cupole delle chiese e i monumenti in "una palestra di arrampicata" a proposito delle ultime trasgressioni di un turismo per molti aspetti fuori controllo.

Se la giornata come sempre si è conclusa in allegria nella piazza con la distribuzione gratuita ai fiorentini e agli ospiti di ogni parte del mondo di 300 chili di pasta al ragù per mano della giunta, della sindaca Sara Funaro, del governatore Eugenio Giani e anche dell’eurodeputato Dario Nardella, seguita dal consueto taglio delle due tonnellate di cocomeri, simbolo dell’estate, la mattinata si è aperta su un piano più spirituale. Conclusa l’offerta dei ceri dal Comune alla basilica laurenziana, la solenne concelebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo Gherardo, che ha sottolineato come ritrovare la gioia sia "il segno del fatto che stiamo progredendo in questo cammino di trasformazione della nostra vita", che aiuti a diventare "pellegrini e testimoni di speranza nel mondo" perché - ha scandito citando l’intervento del teologo don Giuliano Zanchi all’ultima assemblea pastorale in Duomo: "“Non esiste testimone più radioattivo più respingente più scostante più scoraggiante del testimone ombroso rancoroso risentito che ce l’ha sempre con qualcuno, che deve sempre trovare la colpa di qualcosa, che ha sempre delle linee di sicurezza da tracciare, e che ha sempre quella pulsione militante di chi deve difendere qualcosa contro qualcuno". Insomma un risveglio delle coscienze per essere testimoni di speranza e di pace. "È ben noto che poche cose rallegrano di più l’ego che correggere gli errori altrui. - ha detto monsignor Gambelli riferendosi senza nominarla alla guerra nella Striscia - Nel mondo assistiamo, purtroppo impotenti, a tentativi di imporre le proprie idee con la forza fino a giungere a operazioni militari che si configurano come delle intollerabili forme di pulizia etnica. Anche noi, talvolta, nel nostro piccolo ragioniamo in base a schemi simili: “O noi o loro”. Chiediamo allora oggi con più insistenza l’intercessione di San Lorenzo perché oltre alle campane delle nostre Chiese, risuonino le voci delle nostre coscienze e sappiamo essere così più coraggiosi testimoni del Vangelo, ricordando che il male può essere vinto solo con il bene".

Uno dei mali del nostro tempo è proprio il "senso di vuoto dei cuori che cercano pace in realtà incapaci di offrirla. “Un cuore vuoto si riempie di spazzatura”, diceva il filosofo Pascal e allora non possiamo stupirci del crescere di comportamenti violenti e antisociali, di cui sempre più siamo spettatori, anche qui vicino a noi. - ha proseguito Gambelli - Atteggiamenti pericolosi, abuso di alcol, reati compiuti da adolescenti, ma anche trasgressioni e danneggiamenti, come le cupole delle chiese e i monumenti scambiati per una palestra di arrampicata, o un’opera d’arte deturpata per farsi una foto, sono segni di un malessere, di una mancanza del cuore sulla quale dovremmo interrogarci, per non accontentarsi di falsi surrogati, come ha indicato ai giovani a Roma Papa Leone".

La figura di San Lorenzo, così cara ai fiorentini, può essere d’ispirazione: "La sua attenzione ai poveri non era semplicemente il frutto di un sentimento filantropico - ha argomentato l’arcivescovo - “Ecco questi sono i tesori della Chiesa, non vengono mai meno anzi crescono”, disse mostrando alcuni poveri da lui assistiti. Il verbo crescere è riferito non ai poveri, ma a quel tesoro del cuore conseguenza e frutto del superamento dell’egoismo. Don Milani diceva in proposito: “Se i poveri saranno con te, anche Lui (Dio) sarà con te e se Lui sarà con te di cosa hai paura?”".