
"La manifattura in Toscana è da sempre sinonimo di eccellenza, qualità, innovazione e di occupazione. È motore che genera ricchezza...
"La manifattura in Toscana è da sempre sinonimo di eccellenza, qualità, innovazione e di occupazione. È motore che genera ricchezza per tutti i settori economici, anche per il terziario. Ha reagito positivamente in passato alle grandi crisi e recentemente a quelle causate dalla pandemia, dalla crisi energetica, fino arrivare ai pesanti dazi imposti dagli Stati Uniti. Le conseguenze dei conflitti internazionali e commerciali e i profondi cambiamenti che stanno interessando i mercati, hanno colpito settori fondamentali della nostra manifattura, come il tessile-moda e la pelletteria, devono essere affrontate con urgenza. La deindustrializzazione minaccia l’economia toscana. È un freno per la produzione e il lavoro". A scrivere sono Ferrer Vannetti, presidente di Confartigianato Imprese Toscana, e Luca Tonini, presidente di Cna Toscana, in una lettera aperta che interviene nel dibattito sul Manifesto per la reindustrializzazione della Toscana lanciato nei giorni scorsi dagli economisti Marco Buti, Stefano Casini Benvenuti e Alessandro Petretto.
"Chi dice che il mondo manifatturiero diventerà ‘secondario’ in Toscana – scrivono – si sbaglia: 100mila imprese e oltre 224mila addetti significano altrettante famiglie che vivono grazie alla manifattura e all’artigianato, consumano e sfruttano i servizi che gli altri settori offrono". Le due associazioni di categoria "chiedono fin da subito un costante confronto con le istituzioni, affinché le strategie di rilancio dell’economia regionale abbiano al centro le esigenze delle piccole imprese artigiane; un settore che garantisce occupazione nella nostra Regione ad oltre 224 mila addetti e dove si trasmettono competenze essenziali. Imprese che non sono solo una risorsa economica ma anche sociale, perché garantiscono occupazione anche nelle aree lontane dai grandi centri, e culturale".
"Siamo pronti a metterci al tavolo con le istituzioni – scrivono ancora nella lettera aperta i due presidenti toscani - per dare il via a questo processo. Lo facciamo perché crediamo nel futuro e crediamo nei nostri associati che da sempre sono il tessuto pulsante del nostro paese. Lo faremo perché i nostri artigiani non hanno nessuna intenzione di arrendersi".
mo.pi.