
Mero Alushaj con il suo legale, Niccolò Lombardi Sernesi
Firenze, 21 maggio 2018 - Fu una condotta «tempestiva e generosa», quella di Mero Alushaj, l’operaio albanese che il 15 maggio del 2014, a Scandicci, non esitò a gettarsi in una fossa biologica per estrarre altri operai che si erano sentiti male per le forti esalazioni di acido solfidrico. Lo dice il giudice, Rosa Valotta, nelle motivazioni della condanna inflitta all’amministratore di quel condominio di via Carducci e ai dipendenti della ditta (due dei quali salvato dallo stesso Alushaj dal fondo della fossa) che stava eseguendo i lavori in assenza dei requisiti di sicurezza.
L’operaio albanese, sentite le urla di aiuto dal vicino cantiere in cui stava lavorando, si calò attraverso la botola.
Dopo aver tirato fuori un collega di lavoro, intervenuto come lui in soccorso, si dedicò agli altri due. Ma poi lui, stremato da una concentrazione tale di gas che, dicono le perizie, avrebbe potuto anche causare la morte, rimase laggiù in fondo, privo di sensi. Si salvò, Alushaj, ma dall’atto eroico ha riportato danni permanenti che hanno condizionato anche la sua capacità di lavorare.
«Il luogo ove si stavano svolgendo i lavori all’interno della fossa biologica non era stato transennato dalla ditta, in modo da impedire l’accesso ad estranei, Né era stato collocato personale di sorveglianza, nonostante lo svolgimento di lavori pericolosi, che impedisse l’accesso ad estranei all’interno del luogo di lavoro», dice ancora il giudice.
«L’Alushaj - si legge ancora nella sentenza - sentite le urla, trovato il varco aperto e nessun divieto di accesso alla botola o alcuna persona a presidio dei luoghi, che gli impedisse di scendere nella fossa, era andato in aiuto dei due fratelli che giacevano sul fondo, privo di qualsiasi dispositivo di protezione, restando gravemente intossicato anche lui. Per altro, sul luogo in questione, egli non aveva trovato nessun dispositivo idoneo per calarsi né alcun respiratore per proteggersi dalla presenza di gas. Tali omissioni - conclude il giudice - si pongono in nesso di causa con l’evento dannoso subito dall’Alushaj». Il giudice ha stabilito una provvisionale di 10mila euro di risarcimento dell’operaio albanese, assistito dall’avvocato Niccolò Lombardi Sernesi.
stefano brogioni