
Il balzello riguarda anche le bollette il cui prezzo medio è aumentato del 30%
di Rossella Conte
L’inflazione corre, ma i salari non tengono il passo. E a farne le spese è il potere d’acquisto dei fiorentini, che dal 2019 a oggi ha perso il 4,5%. Un dato che fotografa la difficoltà di molte famiglie a far quadrare i conti, nonostante nel 2024 si registri un timido segnale positivo: +3,8% rispetto all’anno precedente. A certificarlo è l’ultima analisi dell’Ufficio studi e statistica della Camera di Commercio, un osservatorio sull’economia cittadina. Mentre i prezzi sono aumentati del 18,6% in sei anni (in linea con il dato nazionale del 19,1%), le retribuzioni sono cresciute solo del 12%. Troppo poco per colmare il divario, soprattutto in una città dove il costo della vita è tra i più alti d’Italia. La conseguenza è che i consumi finali – nonostante il ritorno alla normalità post-Covid e la ripresa turistica – sono rimasti fermi, segnando appena un +1,4% nello stesso periodo. In buona sostanza, il potere d’acquisto si erode silenziosamente e molte famiglie, pur lavorando, faticano ad arrivare a fine mese. Questo frena la spesa, con effetti su tutto il sistema economico. Una tendenza che trova conferma anche nei dati di Federconsumatori Toscana, secondo cui nel 2025 ogni cittadino spenderà in media 1.438 euro in più, a causa dell’aumento dei costi in quasi tutte le voci. Il nodo centrale resta la casa: gli affitti sono cresciuti del 5% (pari a 500 euro l’anno) e si conferma la seconda città più cara d’Italia dopo Milano. Nei palazzi dove ci sono molti affitti brevi, anche le spese condominiali lievitano, con bollette in aumento del 30%. Solo luce e gas fanno segnare un +9,09%, pari a 172 euro in più l’anno. Anche i trasporti incidono, con un rincaro medio di 100 euro (+2,73%), così come i servizi professionali come fabbri e ferramenta (+7,19%), i beni per la casa (+2,26%) e la sanità privata (+2,64%).
L’alimentazione è tra le voci più colpite: +14,70% in un anno, con una spesa aggiuntiva di 319 euro per abitante. "Si taglia anche sulla qualità del cibo" spiega Laura Grandi, presidente di Federconsumatori Toscana. L’indagine, condotta da Federconsonsumatori su 223 cittadini tra gennaio e aprile, mostra come la percezione dei rincari superi di gran lunga l’inflazione ufficiale, attestata al 2%: per i fiorentini, il rincaro reale si aggira intorno al 12%. L’84% degli intervistati ha rinunciato al ponte pasquale, il 79% ha detto addio a concerti, mostre e cinema, il 61% ha tagliato le cene fuori, e il 43% ha abbassato la qualità della propria alimentazione. In calo anche le visite mediche specialistiche (47%), l’acquisto di abiti di marca (46%) e le attività sportive (18%), anche per i bambini. Mentre la città attira sempre più turisti, per chi ci vive il rischio è di restare schiacciato sotto il peso di una quotidianità più costosa. "Senza un adeguamento dei salari e misure che mettano al centro i residenti - conclude Grandi -, la tenuta sociale rischia di incrinarsi".