
Massimo Ruffilli, presidente di Aci Firenze
Firenze, 12 settembre 2014 - « IL SINDACO ha ragione. Cerchiamo di lasciare la macchina più possibile a casa, tenendo comunque conto che la mac c hina è l’unico mezzo che ci consente una mobilità ampia » . Il presidente dell’Automobile Club Firenze, Massimo Ruffilli, è convinto della bontà delle ragioni del primo cittadino, Dario Nardella. Ma, allo stesso tempo, sottolinea come, allo stato attuale, l’unico modo per aiutare la mobilità cittadina sia quello d’incrementare i mezzi alternativi — laddove possibile — e di fluidificare il traffico, con meno semafori e più rotatorie.
« E’ EVIDENTE che Firenze sia messa molto male da questo punto di vista — dice Ruffilli — . Oltre ad essere attraversata da un fiume, la nostra città paga errori storici, come quello di una ferrovia che la taglia malamente, ammazzando di fatto l’organizzazione della viabilità. L’unico piano regolatore che avrebbe potuto risolvere molti dei problemi risale ormai al 1962, con Edoardo Detti. L’ipotesi dell’anello stradale e dell’asse attrezzato avrebbe portato benefici decisivi. Ma le ferrovie risposero picche, bloccando tutto a causa dei terreni di loro proprietà. Oggi — dice ancora Ruffilli — c’è ancora un inghippo infrastrutturale. La terza corsi a è servita, ma l’anello per la veicolarità a nord di Firenze non è stato possibile. Abbiamo ancora una notevole carenza d’infrastrutture veicolari. E poi abbiamo a che fare con la volontà di mantenere le linee ferroviarie in superficie. Tutto questo, unito al fatto che Firenze è città medievale, rappresenta un mix penalizzante per la città » .
In questo quadro difficilmente risolvibile, che possiamo fare sull’immediato? « Quello che dice il sindaco Nardella è giustissimo. Bisogna studiare mezzi alternativi. Noi, come Automobile Club, abbiamo sempre difeso la possibilità del car sharing, che fino ad oggi ha avuto un successo parziale, ma nel quale, insieme all’amico Brandini, crediamo profondamente. Bisognerebbe poi studiare sistemi che nascono dall’automobile, come biciclette da portarsi dietro ed usare partendo da parcheggi scambiatori. La tramvia, infine, va benissimo. La linea più semplice è stata realizzata e serve, mentre le due linee successive sono molto più complicate. L’idea dell’autobus, invece, non può essere applicata a tutti. L’autobus è un mezzo precario, utilizzato solo da una percentuale ridotta di cittadini che non arriva al venti per cento. Al contrario, le tramvie sono un grosso incentivo, un servizio fisso che offre garanzie sui tempi di trasporto » .
Sull’immediato, per il flusso veicolare, cosa si può fare? « Soltanto fluidificare lo scorrimento del traffico, togliendo una serie di semafori che bloccano ed inserendo delle rotatorie, che rallentano ma non fermano » .
Niente autobus, taxi e quant’altro, dunque? « Non è pensabile che un po’ di taxi, di autobus ed una sola linea della tramvia risolvano il problema del traffico. L’auto rimane il veicolo primario di mobilità. Se Firenze fosse attrezzata con maggiori sottopassi e qualche rotonda in più al posto dei semafori la situazione ne risentirebbe positivamente. Lo ripeto: fluidificare il più possibile il traffico veicolare nelle zone esterne della città è l’unica soluzione immediata applicabile nella nostra città » .
L.B.