NORMA ALESSANDRI
Cronaca

Rodolfo Siviero, lo 007 dell'arte toscano

A testimonianza del suo operato rimane oggi la sua abitazione in Lungarno Serristori: una casa-museo a ingresso gratuito che racconta la storia di un uomo che visse d'arte

Casa-museo Serristori

Firenze, 3 dicembre 2015 - Nato in provincia di Pisa nel 1911, Rodolfo Siviero è stato un autentico Monuments Man tutto toscano, impegnato nel recupero di opere d'arte trafugate durante la Seconda Guerra Mondiale. A testimonianza del suo operato rimane oggi la sua abitazione in Lungarno Serristori: una casa-museo a ingresso gratuito che racconta la storia di un uomo che visse di arte e per l'arte. “È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?” Questo l'interrogativo che Dostoevskij sottopone nel romanzo L'idiota. Un dilemma senza risposta, ma che certo l'avrebbe trovata nell'esistenza di Rodolfo Siviero. Un uomo che della bellezza fece una ragione di vita, recuperando gran parte del patrimonio artistico italiano trafugato durante la Seconda Guerra Mondiale. Siviero non aveva lo sguardo magnetico di George Clooney. Non agiva per conto del Presidente Roosevelt con budget milionari. Ma il suo fascino di uomo colto, sommato ad una vita rocambolesca, gli valsero il soprannome di 007 dell'arte. Un vero Monuments Man tutto toscano, un uomo d'azione e di valori, che più di ogni altro seppe custodire e difendere inestimabili tesori artistici: dalle madonne trecentesche fino ai quadri di Leonardo da Vinci e Tiziano, da Pontormo a Rubens, senza dimenticare il Discobolo Lancellotti e l'Annunciazione del Beato Angelico. Nato a Guardistallo in provincia di Pisa nel 1911, Rodolfo si trasferì a Firenze nel 1924 in una palazzina sul Lungarno Serristori.

E' qui che comincia la sua formazione culturale ed artistica, seguita dall'arruolamento nel Servizio Informazioni Militari dell'Esercito Italiano come agente segreto. Ma è con l'Armistizio di Cassibile del 1943 che ha inizio la più grande caccia al tesoro della storia, dove l’orrore della guerra si unisce alla bellezza dell’arte, all'interno della quale Siviero ricoprì un ruolo di primissimo piano. Si schiera al fianco della Resistenza, adoperandosi per impedire le razzie di stampo nazista di opere d'arte, fino ad essere torturato nella famigerata Villa Triste in via Bolognese. La sua casa diventa la centrale operativa dei partigiani contro l'operazione Kunstschutz, il corpo militare tedesco che requisiva le opere italiane per trasportarle in Germania. Una missione che Siviero non interromperà nemmeno dopo la Liberazione, quando venne ufficialmente incaricato dal Governo Italiano di recuperare le opere perdute. A testimonianza del suo impegno, protratto fino alla morte avvenuta nel 1983, resta oggi la sua Casa-Museo in Lungarno Serristori, contenente la sua collezione privata e la storia di un uomo che visse di arte e per l'arte. Forse non salvando il mondo, ma certo restituendogli la sua inestimabile bellezza.