
Le indagini sono state coordinate dal pm Antonio Natale
Indagato per omissione di soccorso l’autista del bus sul quale Maati Moubakir, il 17enne ucciso a coltellate il 29 dicembre scorso a Campi Bisenzio, tentò di rifugiarsi prima di essere finito con una pugnalata al cuore. Secondo quanto emerge, il conducente, fiorentino di 31 anni, pur accorgendosi attraverso le telecamere del bus della situazione di pericolo – e della selvaggia aggressione in corso – non avrebbe chiamato il 112 Nue o avvisato diversamente le autorità. Al contrario, stando a quanto ricostruito grazie alle immagini delle videocamere di sorveglianza e alle testimonianze dei presenti, avrebbe successivamente chiuso le porte e proseguito la corsa.
Il pm titolare dell’inchiesta, Antonio Natale, ha chiesto al gip di emettere un decreto penale di condanna, l’indagato - difeso dall’avvocato Ivan Zanettini - potrà ora opporsi alla richiesta, e proseguire nel processo, o risolvere il caso davanti al gip con una sanzione pecuniaria.
Chiuso invece il filone di indagini principale, quello sulla morte del 17enne che sarebbe stato inseguito dal branco e ferito a morte per uno scambio di persona. La procura fiorentina ha chiesto il giudizio immediato per cinque dei sei indagati: Diego Voza, 18 anni, il fiorentino Denis Alexander Effa Ekani, 22 anni, Denis Mehmeti, 20 anni, il pratese Ismail Arouii, 20, Francesco Pratesi, 18 anni, anche lui fiorentino. Per i cinque indagati, sottoposti a misura cautelare dal gennaio scorso, l’accusa è di concorso in omicidio volontario aggravato dall’aver agito per futili motivi e con crudeltà, per la particolare efferatezza dell’azione criminosa. Per un sesto ragazzo, assistito dall’avvocato Vittorio Sgromo, il pm Antonio Natale ha chiesto l’archiviazione.
Quella notte di dicembre, tutto sarebbe iniziato da un alterco dentro la discoteca Glass Globe tra una ragazza della compagnia di Campi Bisenzio e un ragazzo, probabilmente non del posto. Quest’ultimo sarebbe stato additato dalla giovane donna di essere il responsabile del furto della sua sigaretta elettronica ’Iqos’ avvenuto addirittura l’estate precedente. Lui, per tutta risposta, avrebbe risposto all’accusa sputandogli in faccia, per poi dileguarsi. Un gesto che ha scatenato un flusso di ricerche e telefonate mirate a ritrovarlo per dargli ’una lezione’.
Così, nel giardino della scuola Matteucci, nel dopo discoteca, la ricerca del responsabile sarebbe andata avanti con l’aggiunta di persone che non erano neanche in discoteca. Fino all’”identificazione”, si fa per dire, di Maati. Che con quel furto della sigaretta elettronica, e con quello sputo, non c’entrava nulla. Ma ormai era finito suo malgrado dentro a quella spirale di violenza cieca e incontrollata.
Maati è stato dapprima colpito al volto con oggetti e pugni, mentre intanto cercava di scappare e urlava ai suoi aguzzini: "Fra, non sono io, non sono io, lasciatemi vi prego". Un primo fendente gli è stato poi inferto sul volto. Le ferite toraciche sono state le ultime due subite, quando Maati già sanguinante si trovava sull’autobus. La seconda, invece, "ha leso il cuore creandovi un’ampia breccia, risultando mortale".
Pie.Meca.