Chiusura delle indagini sulla morte di Maati Moubakir, il 17enne ucciso a coltellate il 29 dicembre scorso a Campi Bisenzio e che, in base a quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stato inseguito dal branco e ferito a morte per uno scambio di persona. La procura fiorentina ha chiesto il giudizio immediato per cinque dei sei indagati: Diego Voza, 18 anni, il fiorentino Denis Alexander Effa Ekani, 22 anni, Denis Mehmeti, 20 anni, il pratese Ismail Arouii, 20, Francesco Pratesi, 18 anni, anche lui fiorentino. Per i cinque indagati, sottoposti a misura cautelare dal gennaio scorso, l’accusa è di concorso in omicidio volontario aggravato dall’aver agito per futili motivi e con crudeltà, per la particolare efferatezza dell’azione criminosa.
Per un sesto ragazzo, assistito dall’avvocato Vittorio Sgromo, il pm Antonio Natale ha chiesto l’archiviazione.
Quella notte di dicembre, tutto sarebbe iniziato da un alterco dentro la discoteca Glass Globe tra una ragazza della compagnia di Campi Bisenzio e un ragazzo, probabilmente non del posto. Quest’ultimo sarebbe stato additato dalla giovane donna di essere il responsabile del furto della sua sigaretta elettronica ’Iqos’ avvenuto addirittura l’estate precedente. Lui, per tutta risposta, avrebbe risposto all’accusa sputandogli in faccia, per poi dileguarsi. Un gesto che ha scatenato un flusso di ricerche e telefonate mirate a ritrovarlo per dargli ’una lezione’. Così, nel giardino della scuola Matteucci, nel dopo discoteca, la ricerca del responsabile sarebbe andata avanti con l’aggiunta di persone che non erano neanche in discoteca. Fino all’”identificazione”, si fa per dire, di Maati. Che con quel furto della sigaretta elettronica, e con quello sputo, non c’entrava nulla. Ma ormai era finito suo malgrado dentro a quella spirale di violenza cieca e incontrollata.
Maati è stato dapprima colpito al volto con oggetti e pugni, mentre intanto cercava di scappare e urlava ai suoi aguzzini: "Fra, non sono io, non sono io, lasciatemi vi prego". Un primo fendente gli è stato poi inferto sul volto. Le altre coltellate sono state sferrate in momenti diversi. Quelle sul dorso per prime, dolorose e sanguinanti, tuttavia non letali, “trattabili” con un’operazione chirurgica di emergenza. Le ferite toraciche sono state le ultime due subite, quando Maati già sanguinante si trovava sull’autobus. Entrambi sono gravi, entrambi raggiungo il cuore. La prima, spiega il medico legale, avrebbe potuto essere trattabile con un intervento cardiochirurgico in emergenza. La seconda, invece, “ha leso il cuore creandovi un’ampia breccia, risultando mortale”.
P.M.