PIER FRANCESCO NESTI
Cronaca

Ristori agli alluvionati: "Iter troppo lento e opaco"

Il comitato fa l’accesso agli atti: sono solo 4.421 le ricognizioni dei danni "Nessuna stima sui tempi di erogazione, è necessaria più trasparenza".

La mobilitazione dei cittadini per togliere il fango dopo l’alluvione del 2023

La mobilitazione dei cittadini per togliere il fango dopo l’alluvione del 2023

Sono solo 4.421 i campigiani che hanno presentato il modello B1, quello necessario per la ricognizione dei danni subiti dall’alluvione del 2023. E di questi sono 2.641 quelli ammessi alla fase di rendicontazione. Numeri emersi da una richiesta di accesso agli atti, presso il Comune di Campi, da parte del comitato alluvionati campigiani ‘Il Racchio’. Non solo, perché le richieste di contributo di immediato sostegno sono complessivamente 783 a fronte delle 310 istruite positivamente dall’ente. Due le riflessioni del comitato: da un lato il numero esiguo di domande presentate, se si considera che a finire sott’acqua fu quasi il 70 per cento del territorio.

Dall’altro "nonostante la gravità della situazione e la mole di domande ancora in attesa – spiegano -, l’amministrazione non ha fornito alcuna stima sui tempi necessari per completare le validazioni, né ha chiarito quanti operatori siano attualmente impiegati per rispondere ai cittadini". Per poi aggiungere: "Questi dati confermano quanto sia ancora lento e opaco il procedimento di erogazione dei contributi e quanto sia urgente una maggiore trasparenza da parte delle istituzioni. I cittadini hanno il diritto di conoscere tempi, criteri e modalità con cui le loro richieste vengono valutate". Ma l’attività del comitato non si ferma qui e rende noto anche l’esito di una camminata fatta nei giorni scorsi, denominata ‘Conosci il tuo territorio’, per esplorare alcune aree di Campi nell’area compresa fra via Padule, via delle Betulle e via Prunaia oltre ai fossi nella zona del Racchio, ovvero una delle zone maggiormente colpite dall’alluvione.

L’iniziativa ha coinvolto un nutrito gruppo di cittadini che, ‘armati’ di mappa del reticolo idraulico minore, si sono mossi insieme ai rappresentanti del comitato fra argini, aree umide e zone a rischio idraulico. Dove "abbiamo potuto constatare direttamente la mancata pulizia di molti fossi, l’assenza di sfalci regolari, la presenza di rifiuti e le condizioni critiche in tratti strategici per il deflusso delle acque". Ma è stata anche un’occasione per discutere delle opere idrauliche compensative, con il comitato che "segnala l’incresciosa situazione degli alberi piantati nei pressi della cassa di laminazione come compensazione urbanistica: sono già in parte sradicati, a conferma dell’approccio frettoloso e approssimativo con cui troppo spesso si gestiscono le opere di mitigazione ambientale. Invece c’è bisogno di un controllo costante in merito a ciò che riguarda la sicurezza del nostro territorio".