STEFANO BROGIONI
Cronaca

Raggirato dalla badante, muore prima della sentenza

Disabile 40enne spolpato dell’eredità dalla donna che doveva accudirlo. Ora la condanna a cinque anni, ma lui è deceduto senza ricevere alcun risarcimento

Firenze, 7 giugno 2021 - La badante che si approfittava di lui, vessandolo e chiedendogli in prestito soldi che non sono mai tornati indietro, è stata condannata. Ma lui, Alessandro G., fiorentino, completamente invalido, non ha fatto in tempo a vedersi riconosciuta giustizia in tribunale. E’ morto nel corso del processo in cui era parte offesa, un processo che si è dilungato anche per gli inevitabili rinvii del lockdown della scorsa primavera. Il giudice, Rosa Valotta, ha inflitto cinque anni alla badante del disabile, Rosa Solis Osorio, 54 anni, peruviana, in concorso con altri due parenti (condannati rispettivamente a due anni e otto mesi e tre anni), disposto un risarcimento da quantificarsi in sede civile, comprendente però una provvisionale di 80mila euro, immediatamente esecutiva.

Soldi che avrebbero dovuto ristorare l’eredità di una zia, soldi invece finiti in tasca alla donna che avrebbe dovuto accudire Alessandro e fare il meglio per lui. Il risarcimento spetterà al padre del disabile, ma l’amarezza è tanta per chi ha visto l’uomo, 37 anni quando conobbe la badante, spegnersi con il cruccio del raggiro patito e pure alle prese con le grane bancarie causate anch’essa dalla donna. "Dispiace che la giustizia sia arrivata quando lui non c’è più", commenta il suo legale, l’avvocato Elisa Baldocci. I soldi dell’eredità della zia e altri risparmi per non meno di 200mila euro, l’uso di due appartamenti a Novoli, sono il ’corpo’ del reato contestato (circonvenzione d’incapace e violenza privata). Il tutto condito da offese e minacce irrepetibili, che facivano facilmente presa su una persona debole e incapace di difendersi. Eppure, almeno all’inizio, nel 2013, il rapporto tra Alessandro, costretto in sedia a rotelle, e Osorio sembrava nitido e trasparente. Anzi, la conoscenza con la peruviana gli aveva fatto scoprire un mondo di musica e baldoria che lui non conosceva.

La donna, cotitolare di una discoteca-club con musica latina, si trasferì da lui: vitto e alloggio in cambio di quella assistenza che per il portatore di handicap, era fondamentale per sbrigare le faccende domestiche ed aiutarlo nelle pratiche quotidiane. Ma i soldi che l’Alessandro conseghava alla badante non venivano mai utilizzati per pagare le bollette, spesso salatissime per le chiamate intercontinentali fatte dalla donna. Ma con il passare dei mesi, Osorio comincia anche a mettere pesantemente le mani sui conti correnti di Alessandro, nel frattempo rimasto privo del nonno. Ha le sue carte di credito, riesce a farsi intestare svariate assegni, ogni volta con una scusa diversa. Lo infila nel consiglio del suo club, ma non percepisce compensi e anzi, partecipa alle spese. Lo convince pure a fare un viaggio in Sudamerica con il figlio di lei, durante il quale stacca altri assegni. Ma l’aspetto più inquietante, secondo quanto denunciò dal disabile, giunge quando muore l’anziana zia, che la peruviana già in vita (era stata assunta come sua badante) avrebbe tentato di circuire (ma per questa accusa è stata assolta): sull’eredità di 160mila euro si piomba come un rapace la badante e i suoi parenti . E saccheggiò fu.