SANDRO
Cronaca

Ragazzi violenti. Mancano filtri. Genitori? Agite

Rogari Quando leggiamo di un ragazzo di 19 anni accoltellato in piazza Santo Spirito la prima reazione è chiedere un...

Rogari

Quando leggiamo di un ragazzo di 19 anni accoltellato in piazza Santo Spirito la prima reazione è chiedere un presidio di polizia. È comprensibile che lo chiedano gli abitanti del quartiere: a più violenza va fatta corrispondere una maggiorata tutela delle forze dell’ordine. Giustissimo, ma inutile. Perché se un presidio in piazza Santo Spirito può dissuadere in loco, non serve più appena girato l’angolo. In realtà, la prima reazione degli adulti dovrebbe piuttosto essere quella di assumerci le nostre responsabilità che sono molteplici. Il bambino e poi l’adolescente cresce in un mondo che sembra avere come regola non scritta ma imperante quella del dominio del più forte. E lo sono perché le immagini e le storie che raggiungono i ragazzi anche in tenera età sono di violenza. Il modello Gary Cooper, l’eroe buono che alla fine vince sempre, imperante nei film della nostra giovinezza, è stato oscurato. Ora scopriamo che aveva una funzione pedagogica e positiva nell’animo dei ragazzi. Trasmetteva nobiltà d’animo e certezza che il bene prevale sul male. Tutto questo poteva essere tacciato di ingenuità, come ingenui potevano essere considerati i film di Frank Capra con l’angelo salvatore che riscatta da ogni sventura. Ma in noi ragazzi si sedimentava una visione positiva del mondo. Ora che sedimentazione propiziamo? Non esistono più filtri e remore. Già i bambini della scuola primaria sono raggiunti da immagini di un mondo violento, figurarsi i più grandicelli. Ma c’è una seconda responsabilità che grava su noi adulti. È quella genitoriale. Ha ragione il priore di Santo Spirito quando richiama i genitori alle loro responsabilità. Com’è possibile che un ragazzo esca di casa con un coltello senza che i genitori lo sappiano? Ha ragione quando scrive che i genitori debbono sapere dove vanno e cosa fanno i figli. Occuparsene è segno d’interesse, di coinvolgimento e partecipazione nella crescita e nelle esperienze adolescenziali del proprio figlio. Se la famiglia non fa la sua parte non c’è presidio di polizia che tenga.