GIOVANNI
Cronaca

Quel giorno a Kiev fra il Kgb e gli ucraini

Giovanni

Morandi

La prima volta che sono andato a Kiev è stato al seguito di una delegazione guidata dall’allora sindaco comunista Elio Gabbuggiani (nella foto al centro tra Cossutta e Berlinguer), nel quadro delle iniziative a lui molto care e direi anche molto tipiche del ruolo di Firenze nella promozione della pace. Gabbuggiani cercava di tenere rapporti ben stretti con gli Usa e con Mosca e non perdeva occasione per fungere da anello di collegamento. Quella volta l’occasione fu un’amichevole tra la Fiorentina e la Dinamo Kiev. E anche allora il clima non era tranquillo perché l’Italia era nel mirino delle Br, che si sospettava avessero collegamenti con i servizi segreti dell’Europa dell’est. Un’altra complicazione derivava dalle frizioni tra il Pci e il Pcus, già si parlava di strappo da Mosca, e i primi a farne le spese furono i colleghi della redazione fiorentina dell’Unità, guidata da Renzo Cassigoli, a cui furono assegnate le camere più brutte e scomode dell’hotel Dniepr, mentre i giornalisti della stampa borghese come La Nazione, chi scrive ed Enrico Gatta, ricevettero tutti i riguardi possibili. A fare il guastafeste ci pensò con una goliardata Claudio Carabba, che per provocazione aveva messo in valigia alcune riviste con donnine sexy che furono sequestrate alla dogana e lui fu trattenuto per un paio di ore come un pericoloso soggetto. Non fu meno imbarazzante la partita Fiorentina-Dinamo, squadra del ministero degli Interni, fondata dal Kgb quando si chiamava Nkvd. Anche se quella squadra poteva vantare un ricordo glorioso: quando i suoi calciatori furono prigionieri dei nazisti e costretti a giocare in otto contro la squadra tedesca con la consegna di perdere, ebbero un moto d’orgoglio e vinsero 5-1. Allora la partita fu ripetuta e di nuovo gli ucraini vinsero 6-3, così furono uccisi. Quel che ricordo di quei giorni del giugno ‘77 fu la puntigliosa reazione delle persone ogni volta che li chiamavamo russi. "Non siamo russi – dicevano –, siamo ucraini". L’altra cosa che mi sorprese durante la partita fu il numero esorbitante di miliziani che erano sugli spalti e la loro severità, perché bastava che qualche tifoso esultasse che subito veniva preso e portato via. L’amichevole con la Fiorentina se ricordo bene finì 4-2. Poi tutti in treno per un viaggio che ci portò nella notte a Mosca, dove andammo per la rituale visita alla mummia di Lenin. Passammo davanti a una coda di almeno un paio di chilometri. Italianskaja delegazia.