
Almeno 200 persone ai funerali solenni concelebrati dai cardinali Bassetti e Betori. Presenti, oltre alle figure istituzionali, la segretaria Pd, Schlein, Renzi e Domenici. .
Sperare contro ogni speranza, concetto caro a Giorgio La Pira, non significa essere pronti a rassegnarsi, ma "vivere la certezza che le profezie dell’Antico Testamento non sono un’utopia". E quando il profeta Isaia scrive: "Una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione", dobbiamo lavorare con questo obiettivo "perché la Parola di Dio non “si usa” per rassicurazioni a “basso prezzo”, ma – come sapeva Mario – va vissuta “a caro prezzo” nel realismo della storia". Quindi o si risolvono crisi e conflitti con gli strumenti del dialogo e del diritto, oppure l’alternativa è la guerra. Mario Primicerio ha provato a farlo e l’arcivescovo Gherardo, nella sua omelia, lo ha messo in evidenza, rendendo omaggio al "sindaco, discepolo di La Pira, operatore di pace, attento ai poveri, al mondo missionario".
I funerali del professore di fisica matematica prestato alla politica, morto giovedì a 84 anni, hanno riunito ieri nella pieve di Santo Stefano in Pane, la sua parrocchia, almeno duecento persone: non solo i familiari, la moglie Angela, professoressa di matematica anche lei, e il figlio Jacopo, ma anche la famiglia allargata di Palazzo Vecchio, che Primicerio ha guidato dal 1995 al 1999, i suoi successori Leonardo Domenici, Matteo Renzi e Sara Funaro. Insieme a loro, la politica di ieri e di oggi, con in ordine sparso Rosy Bindi, Vannino Chiti, Rosa Maria Di Giorgi, ma anche Elly Schlein, la segretaria del Pd, seduta vicina all’assessore Andrea Giorgio, il deputato Federico Gianassi, il governatore Eugenio Giani, e tanti altri esponenti del centrosinistra.
A concelebrare le esequie l’arcivescovo Gherardo Gambelli, il cardinale e suo predecessore Giuseppe Betori, e l’ex presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti, mentre l’attuale presidente dei vescovi italiani, il cardinale Matteo Zuppi, ha inviato un messaggio. Alle spalle dell’altare il gonfalone della città in onore di Primicerio, già presidente per 24 anni della fondazione La Pira. "Come viceparroco di questa parrocchia dal 1996 al 2007 - ha ricordato l’arcivescovo Gherardo - ho avuto la possibilità di conoscere bene Mario che frequentava questa chiesa, senza mai sbandierare la sua fede, incontrandolo e ascoltandolo ho sempre avuto la percezione della profondità del suo cammino interiore, sostenuto dalla preghiera, dalla quale traeva forza per compiere bene il bene".
Una caratteristica che lo rendeva più che un collaboratore del ’sindaco santo’, come nell’avventuroso viaggio ad Hanoi del novembre 1965 per incontrare Ho Chi Minh nel pieno della guerra, ma un continuatore dell’impegno lapiriano "nelle grandi come nelle piccole cose. Fra le grandi penso, ad esempio, al Forum per i problemi della pace e della guerra - ha aggiunto l’arcivescovo -, al suo impegno come sindaco di Firenze, come presidente della Fondazione La Pira, ed anche - ultimamente - come membro del comitato scientifico dei convegni dei vescovi del Mediterraneo". Secondo Gambelli "la cattedra (universitaria) era per lui il suo altare in cui trasmetteva le sue competenze con professionalità, ma anche con entusiasmo e passione. Mario è stato il maestro nell’animo e poi il politico nell’animo, sempre attento alla fedeltà all’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio".
"Ricordo sempre con affetto una sua testimonianza su La Pira, durante un incontro con un gruppo di universitari - ha sottolineato ancora -. Ci parlò della preghiera del sindaco santo, della raccomandazione di pregare tenendo vicino il mappamondo. Una volta entrò nell’argomento di Gesù che discende agli inferi, e dunque della forza ed efficacia del suo dono di salvezza. Guardandoli in faccia disse loro: ‘Pensate, quanta forza ci vuole per salvare Adamo ed Eva, i faraoni d’Egitto, Napoleone…’. Poi di colpo si fermò e dopo un attimo di silenzio, abbassando una delle sue mani e rialzandola con un gesto lento, disse: ‘Certo che una manina possiamo dargliela anche noi’". L’arcivescovo ha ricordato un aneddoto "riguardo al suo modo di esercitare l’impegno politico. Mario andava a Palazzo Vecchio in bicicletta, saliva le scale per andare nell’ufficio del sindaco e se arrivando trovava il personale delle pulizie a dare il cencio in terra riscendeva le scale, faceva il giro da via della Ninna, per arrivare da un’altra parte, per rispetto a chi dava il cencio. Mario era anche questo".
Al termine del funerale hanno parlato il presidente della Regione Eugenio Giani e la sindaca Sara Funaro sottolineando l’impegno di Primicerio per la città e per la pace. La presidente della Fondazione La Pira Patrizia Giunti, che ha ricordato commossa il prezioso servizio alla guida della Fondazione stessa. Don Vincenzo Russo ha portato il saluto della Madonnina del Grappa, mentre la rettrice Alessandra Petrucci e il direttore del dipartimento di matematica e informatica, Luigi Barletti, hanno reso omaggio a Primicerio, docente e studioso. Il suono delle chiarine di Palazzo Vecchio e un lungo applauso hanno accompagnato l’uscita del feretro. In chiesa, sulla bara una fotografia e la bandiera della pace. Presenti anche l’imam Izzeddin Elzir e quello di Sollicciano Hamdan Al Zeqri.