
Autocarro lettiga, foto da archivio storico della Misericordia di Firenze
Firenze, 28 maggio 2025 – Era il 28 maggio del 1911 quando l’Arciconfraternita della Misericordia di Firenze inaugurò la sua prima autoambulanza, costruita dalla Società San Giorgio di Pistoia su chassis Fiat 15-25 HP. In una città ormai troppo grande per essere attraversata con semplici carri lettiga o cataletti a spalla, segnò una tappa fondamentale nell’evoluzione del soccorso cittadino. La decisione di adottare un mezzo a motore nacque dalla consapevolezza che, con l’espansione urbana e l’aumento delle richieste di intervento, i tradizionali sistemi di trasporto risultavano ormai insufficienti. Una innovazione, quella della prima ambulanza, che arrivò dopo un lungo percorso: prima c’erano le originarie "zane", grandi ceste imbottite di paglia portate a spalla dai confratelli vestiti con la tradizionale "buffa", ossia ampie vesti nere con cappuccio che offrivano protezione contro il contagio garantendo anche l’anonimato dei portantini. Abbigliamento di colore scuro che rimase in uso fino ai primi decenni del Novecento. Oltre alle ‘zane’ c’erano anche i cataletti, delle lettighe che venivano bruciate dopo ogni utilizzo per prevenire il contagio. Si passò poi poi ai più maneggevoli carri a mano introdotti nel 1903, una sorta di veicoli che erano montati su due grandi ruote dotati di barella. C’erano poi i ‘carri-ambulanza’ e molto famoso è il cosiddetto “Pallino”, il cui nome deriva delle sue “bocce” sottostanti, grandi ruote per essere adatte anche alle strade più difficili. Veniva spinto e “guidato” da sei a otto confratelli, e sulla cupola che proteggeva la testa del malato c’era un lume che illuminava la strada. Ma quando, soprattutto durante il periodo in cui Firenze divenne capitale (1865-1870), il carico di lavoro dei confratelli divenne insostenibile, si pensò ad un’altra soluzione. L’introduzione dell’autoambulanza del 1911 rappresentò un salto tecnologico, pur con alcune criticità tecniche, come la fragilità del mezzo. Nonostante ciò, la svolta avvenne segnando l’inizio di una nuova era nei soccorsi cittadini. Tuttavia a Firenze si aprì un dibattito tra chi prediligeva per il traino l’uso di cavalli, mentre altri optavano per l’assunzione di portantini stipendiati. Ma quando nel 1894 in città arrivò della prima automobile, il progetto, sostenuto dal provveditore Niccolò Martelli, venne accettato a condizione che non gravasse sulle finanze dell’Arciconfraternita. La realizzazione di quell’ambulanza fu possibile grazie a una sottoscrizione pubblica promossa dalla Confraternita, che raccolse fondi da enti pubblici, privati e cittadini. È una storia affascinante quella dell’evoluzione dell’ambulanza: oggi servono per prestare le prime cure ai feriti, ma all’epoca non era come oggi un ‘ospedale’ su quattro ruote. La ricostruzione della vita quotidiana fiorentina del tempo, tra innovazione e tradizione, fa da sfondo a questo evento storico, testimoniando come la solidarietà e il progresso tecnico abbiano saputo unirsi per rispondere alle nuove esigenze di una città in trasformazione. Fondata nel 1244 e riconosciuta ufficialmente dal Comune di Firenze nel 1329, la Confraternita della Misericordia è la più antica nel suo genere in Italia, e fin dalla sua costituzione si è dedicata al soccorso dei bisognosi, specialmente nel trasporto di malati e feriti e nella sepoltura dei defunti abbandonati.