
"Poteva essere un’altra strage" Daniela Rombi perse la figlia "Viareggio ha insegnato poco"
"Poteva essere una strage. Non si può sperare sempre nella fortuna". Daniela Rombi per un treno che deragliò ha perso sua figlia: Emanuela Menichetti, una delle 32 vittime di quel carro, carico di gpl, che ribaltandosi scatenò l’inferno nel cuore di Viareggio. Da allora, la lotta per la sicurezza dei trasporti su rotaia è la sua missione.
Signora Daniela, un altro incidente ferroviario. Da quel 29 giugno del 2009 è cambiato qualcosa?
"E’ cambiato veramente molto poco. Quello che si poteva fare era tanto, ma, sembra assurdo, invece è stato fatto pochissimo: ad esempio l’antisvio avrebbe potuto evitare la tragedia, ma noi non ce l’abbiamo per competitività, perché altrimenti i treni merci non vengono".
Cosa ha pensato quando ha letto o visto le immagini dell’altra mattina a Firenze?
"Siamo addolorati e arrabbiati. Quanto sento dire “fortunatamente non è successo niente“, mi arrabbio. Perché non si può sperare sempre nella fortuna".
Il 3 febbraio scorso, anche a Viareggio, è successo di nuovo: un treno cisterna ha preso fuoco.
"E quello non è neanche entrato nelle statistiche. Forse è per questo che ci sentiamo dire che va molto meglio. Ma quelle statistiche, come ha dimostrato anche al processo il pubblico ministero Giannino, non sono veritiere. La verità è che si continua ad andare avanti per la strada del profitto".
Probabilmente è un problema ad un asse ad aver provocato il deragliamento fiorentino. Nota delle similitudini con il caso di Viareggio?
"Sono contenta che ci sia un’inchiesta che possa far luce. Questa azienda è francese (il treno della strage era “tedesco“, ndr), va approfondito. Ma posso dire cosa mi dispiace, anche?"
Certo.
"E’ stato dato risalto al problema dei passeggeri che sono rimasti fermi, ma in pochi hanno messo l’accento su quello che poteva succedere se ci fosse stato un treno in senso contrario. Pensate se, anziché di notte, fosse accaduto in pieno giorno: sarebbe stata ancora una strage. La stazione di Castello è anche molto movimentata".
Ci ricorda a che punto è arrivata la vostra battaglia giudiziaria?
"Dopo 14 anni stiamo ancora aspettando non il terzo, ma il quinto grado di giudizio. La Cassazione non ci sta ancora dando la data. Il 30 di settembre compie 70 anni Moretti (l’ex ad di Rfi e Ferrovie, condannato a cinque anni, ndr): vogliamo che tutto finisca a tarallucci e vino?".
stefano brogioni