
Il momento in cui è stato svelato il nuovo nome della Multiutility (Pressphoto)
di Francesco Ingardia
Non sono bastati i tempi regolamentari per approvare il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2024. I termini di legge impongono all’assemblea dei soci di votare entro il 30 giugno dell’anno successivo alla chiusura. Ma lo scudo estratto da Alia Multiutility è stata la prima convocazione degli azionisti fissata 72 ore prima la scadenza del termine legale. Sapendo di dover ricorrere al secondo conclave del 1 luglio per licenziare al Palazzo dei Congressi il bilancio consolidato, per la parte ordinaria, e la questione del nome e del logo, previa modifica dello statuto societario, per quella straordinaria. A proposito: non chiamatela più Multiutility ma Plures, dal primo gennaio 2026. Tolti i soci notoriamente ’riottosi’ (Sesto, Campi, Calenzano su tutti) all’impostazione di un gruppo industriale nato nel gennaio ’23 per aggregare i settori dell’energia, rifiuti e idrico - allargando il processo ai Comuni attorno al perno di Firenze - e per "tenere basse le tariffe a fronte di utili alti", l’84% dei Comuni che hanno sposato la missione ’Multiutility dei servizi’ hanno approvato un bilancio dai risultati economici consolidati ragguardevoli: ricavi per oltre 2 miliardi di euro, un margine operativo lordo (EBITDA) pari a 351 milioni (+155% rispetto al ’23) e un +52% per utile netto. Più che raddoppiati gli investimenti operativi, passati in un solo esercizio da 162 milioni a 342. L’indebitamento finanziario netto, e quindi l’esposizione, cresce toccando la vetta degli 836,9 milioni. Ma non è questo il punto. I milioni di dividendi da distribuire agli azionisti sono 34,3. Anzi, sarebbero, perciò soltanto "proposti" e dunque bloccati, subordinati "alla conclusione delle attività istruttorie ancora in corso" da parte dell’Autorità di regolazione locale dell’Ato Toscana Centro, che i vertici della Multiutility confidano possa esaurirsi "entro il 10 luglio". Tanto per essere pratici: Palazzo Vecchio, di quei 34 milioni di dividendi ne ha messi a bilancio 12,4 essendo azionista di maggioranza con il 36,7% delle quote in Alia Multiutility. Il presidente Lorenzo Perra minimizza e rassicura: "È già successo altri anni con le banche, stavolta avevamo bisogno di un atto amministrativo dell’Ato che ci consentisse di avere una ricostruzione numerica da poter rappresentare alle banche per poter dire “tutto rispettato“. Noi contavamo di averlo entro il 30 giugno per poter arrivare in assemblea, ma confidiamo che l’iter possa concludersi a giorni". Anche perché ogni Comune entro il 30 luglio di ogni anno procede alla verifica di equilibrio. Passaggio tecnico, ma essenziale per pesare le entrate e le uscite. Palazzo Vecchio l’ha giusto fatto ieri, facendo "affidamento" sulla quota di dividendi da incassare. Briciole, va detto, rispetto al fondo cassa da 400 milioni certificato con il rendiconto d’esercizio ’24. Ma la postura che filtra dal Comune è quella di pretendere fino all’ultimo centesimo gli utili spettanti. Altrimenti, "se mancano, devi rimettere mano al bilancio", l’ammissione. Non solo, Palazo Vecchio resta alla finestra, preoccupata dall’assestamento delle scosse di terremoto provocate dalle dimissioni di Ilaria Bugetti da sindaca di Prato. Il nuovo corso della Multiutility (no Borsa, sì acqua) si è retto proprio lungo quell’asse Funaro-Bugetti che "dava tranquillità di governance" rappresentando in due il 54% del capitale sociale. In vista del piano industriale, reso pubblico il prossimo 7 luglio dopo oltre 8 mesi di gestazione, "servirà una attenzione politica maggiore e una concertazione diversa", sussurrano in Comune, partendo da "Empoli e Scandicci. Ma un conto è decidere in due, un conto è farlo in quattro".