REDAZIONE FIRENZE

Toscana: peste suina africana, adottato piano di interventi urgenti. Per ora niente casi

Gli operatori hanno il compito di cercare e segnalare sul territorio carcasse di cinghiale e analizzarle, con l’obiettivo di garantire un tempestivo riscontro dell’eventuale infezione

Peste suina: Regione Toscana in campo

Firenze, 21 luglio 2022: Peste suina africana, adottato il piano di interventi urgenti. Lo ha redatto la Regione Toscana tenendo conto delle indicazioni dell’Unione europea e dei Ministeri competenti: contiene i dati sulla presenza e diffusione del cinghiale in Toscana, gli obiettivi di riduzione del rischio di peste suina africana, l’analisi delle aree e delle situazioni particolarmente a rischio e le azioni necessarie per ridurre il numero di animali.

Riguardo alla diffusione delle peste suina africana, la Toscana risulta per fortuna attualmente zona indenne. Le aree più vicine alle zone in cui si sono verificati casi sono situate nel settore nord occidentale (nelle province di Massa Carrara, Pisa, Lucca) e, più di recente, nel settore sud (province di Grosseto, Livorno e Siena). Il cinghiale, oltre ad essere veicolo possibile dell’infezione in questione e di altre patologie, negli ultimi anni ha rappresentato per la Toscana un elemento faunistico di grande problematicità. La Regione, quindi, dal 2016 ha avviato un percorso di “gestione del cinghiale” particolarmente attento. Si è cercato di agevolare la gestione della filiera carni ed il controllo della specie, centralizzando le attività di pianificazione e controllo degli interventi e dei risultati.

“L’attenzione per la peste suina è massima. Da tempo abbiamo attivato le procedure e i protocolli necessari nelle zone limitrofe a quelle a rischio, costituendo anche l’unità di crisi sanitaria per le emergenze epidemiche, che riunisce Asl, Istituto zooprofilattico e Regione, sia a livello regionale che locale - commenta la vicepresidente della Regione Toscana e assessora all’agricoltura e alla caccia Stefania Saccardi -. Abbiamo anche avviato interventi di sorveglianza passiva: gli operatori, coordinati dalle locali Atc e dalle Asl direttamente interessate, dotati di apposito kit per operare in biosicurezza, hanno il compito di cercare e segnalare sul territorio carcasse di cinghiale e analizzarle, con l’obiettivo di garantire un tempestivo riscontro dell’eventuale infezione”. E l’assessore Simone Bezzini: “Abbiamo messo al primo posto la biosicurezza sia nelle attività legate al prelievo e controllo venatorio sia negli allevamenti semibradi, con un nuovo approccio multidisciplinare che integra competenze e ruoli di tutti gli enti, grazie anche a una task force, che coinvolge gli uffici delle direzioni sanità, agricoltura, ambiente e protezione civile e che si riunisce in forma permanente, confrontandosi con le forze dell’ordine, gli enti parco e le associazioni di categoria agricole e venatorie. L’adozione del piano è un ulteriore passo avanti per rafforzare tutte le strategie che abbiamo messo in campo in termini di prevenzione e rapidità di intervento, non solo per prevenire, ma nel caso anche per  gestire, controllare ed eradicare, nel miglior modo possibile, la peste suina africana sia nei cinghiali selvatici che nei suini di allevamento”.

Alla peste suina africana la Regione Toscana ha dedicato un’apposita pagina web all’indirizzo https://www.regione.toscana.it/-/peste-suina-africana, che contiene approfondimenti, report settimanale e brochure informativa scaricabile.