
Marciapiedi stretti e transennati per un muro pericolante La rabbia di chi vive a Ponte a Ema
Firenze, 15 maggio 2025 – Tombini ostruiti, e in alcuni casi del tutto assenti, che a ogni acquazzone provocano gigantesche pozzanghere. Strade piene di buche, attraversamenti pedonali inesistenti, marciapiedi talmente stretti da mettere in pericolo i pedoni. E coas traffico che, un giorno sì e l’altro pure, blocca le ambulanze dirette all’ospedale di Ponte a Niccheri. A tutto questo si aggiunge la carenza del servizio di trasporto pubblico, con le linee 31 e 32 degli autobus che passano in modo irregolare, rendendo inefficace un collegamento fondamentale per una zona periferica. Questi, sono solo alcuni dei problemi, o meglio delle carenze, che lamentano i fiorentini di Ponte a Ema, alcuni dei quali decisi a chiedere il passaggio dal Comune di Firenze a quello di Bagno a Ripoli. "Ci sentiamo completamente abbandonati dalle istituzioni che, nonostante le nostre denunce, non ci hanno mai ascoltato". Ecco il motivo per cui un gruppo di cittadini ha iniziato a raccogliere le firme – se ne contano diverse centinaia a oggi – per chiedere l’indizione di un referendum popolare che suggelli il distacco dal capoluogo.
"Vivere in questa estrema periferia di Firenze – dice la residente Cristina Volpi, da 4 anni ingabbiata dalle transenne a causa di un muro pericolante che ancora non viene messo in sicurezza – è come giocare alla roulette russa. Non siamo considerati da nessuno, probabilmente perché Ponte a Ema è divisa in due. La sindaca Funaro l’abbiamo vista solo una volta, quando c’è stato l’ennesimo allagamento, con la presidente del Q3 Serena Perini abbiamo un buon rapporto e spesso è qui da noi per ascoltarci, ma dall’ultima volta che abbiamo potuto confrontarci con un assessore sono passati anni, c’era ancora l’amministrazione Nardella".
Il capogruppo di Italia Viva in Palazzo Vecchio, Francesco Casini, fin dall’inizio del mandato, ha seguito con costanza le problematiche di Ponte a Ema – come già aveva fatto negli anni da Sindaco di Bagno a Ripoli. Tra tutte, spicca da tempo la questione della rotatoria sulla via Chiantigiana, arteria strategica per la viabilità cittadina e intercomunale: un’opera che migliorerebbe la fluidità della circolazione, oggi costretta tutta a riversarsi, con gravi conseguenze per la viabilità, nella zona di Campigliano. "Non sorprende, dunque, che alcuni cittadini stiano raccogliendo le firme per chiedere il passaggio sotto il Comune di Bagno a Ripoli, ma la scissione non può essere la soluzione. Questo segnale forte di disagio e frustrazione che non può essere ignorato".
"Siamo alle porte di Firenze ma veniamo trattati come se fossimo ai margini dell’impero – aggiunge Susanna Ricci, che però di passare con bagno a Ripoli non vuole neanche sentirne parlare – Ponte a Ema ha tante qualità ma è lasciata in malora. Ci sentiamo presi in giro". Ma la presidente del Quartiere 3, Serena Perini, assicura che il suo ente sta mettendo a punto una serie di progetti per risolvere le criticità sollevate dai cittadini. "Realizzeremo nuove caditoie, abbiamo già fatto un sopralluogo con gli uffici tecnici – anticipa la presidente – Sappiamo che i marciapiedi sono stretti e per questo è stato vietato il passaggio ai mezzi pesanti. Capisco le problematiche dei nostri concittadini e stiamo cercando di risolverle. Stiamo studiando tutte le possibili soluzioni".
La parte fiorentina di Ponte a Ema conta circa 3mila residenti: a segnare il confine tra il capoluogo di regione e Bagno a Ripoli è il corso del fiume Ema, attraversato dallo storico ponte da cui la località prende il nome. "Ponte a Ema, Nave a Rovezzano, il sud di viale Europa, Peretola, via Pistoiese, Castello, piazza Dalmazia: sono tutte realtà che chiedono ascolto, interventi concreti e visione – conclude Casini – Vogliamo collaborare con l’amministrazione, ma vogliamo farlo per riportare davvero queste zone al centro dell’agenda politica cittadina".