Perquisiti gli indagati Blitz della digos a casa dei militanti di Azione Studentesca

Sono accusati di lesioni aggravate dalle due procure competenti. Il pm: "Abnorme reazione a un’interlocuzione verbale . con gli studenti di un liceo orientato a sinistra". Sequestrati i telefoni. .

Perquisiti gli indagati  Blitz della digos  a casa dei militanti  di Azione Studentesca

Perquisiti gli indagati Blitz della digos a casa dei militanti di Azione Studentesca

di Stefano Brogioni

FIRENZE

L’ora della perquisizione scatta la mattina presto, come sempre. Alla fine, gli uomini della digos portano via i cellulari di ognuno dei militanti di Azione Studentesca indagati: da quello che c’è dentro, o che è rimasto dentro, tenteranno di ricostruire chi c’era e com’è andata, sabato mattina al liceo Michelangiolo. Ma in queste ore, la procura ha rimescolato un po’ le carte. I sei indagati per il pestaggio - tre maggiorenni e tre minori, 21 anni il più grande, 16 il più giovane - sono accusati ora di lesioni aggravate, non per violenza privata. Avrebbero risposto con una "immediata ed abnorme reazione" a un’interlocuzione verbale con i rivali che stavano distribuendo volantini "all’ingresso del liceo tradizionalmente connotato da una prevalenza di studenti orientati a sinistra". Gli inquirenti si sono mossi d’ufficio, in autonomia, senza attendere una denuncia di parte che ha 90 giorni di tempo per essere presentata ma che non è detto che arrivi. Dunque, per non disperdere potenziali elementi utili, si sono aperti anche il varco tecnico per procedere. Le aggravanti: l’aver agito in gruppo, l’aver colpito minorenni e averlo fatto in prossimità di una scuola.

Ad ordinare le perquisizioni sono state le due procure competenti. Non interessata dall’operazione la sede di Casaggì (che ospita anche Azione Studentesca) di via Frusa. La prossima settimana, invece, sarà la volta degli interrogatori. I minori sono convocati in via della Scala.

Restano ancora dei dettagli da limare. Ad esempio, se effettivamente siano soltanto quei sei identificati, i militanti che avrebbero partecipato al volantinaggio e al blitz. C’è anche un altro aspetto, rimasto molto indietro ma che potrebbe non essere secondario, ai fini della ricostruzione di questa vicenda: l’episodio del Pascoli. Forse, gli smartphone sequestrati ai militanti del gruppo di destra, potrebbero "parlare", attraverso le chat in essi contenute, anche a proposito di quell’episodio. Per qualcuno, sarebbe la miccia che ha inasprito l’eterna contrapposizione tra rossi e neri, dualismo che negli ultimi tempi è tornato a farsi vivo come non accadeva ormai da anni, qui o altrove. Resta poi da chiarire, come si sia arrivati alle violenze, ingiustificabili, che un video immediatamente diffuso e finito agli atti, ha ripreso.E’ la parte finale di quella che pare un’aggressione. Un secondo video, girato da una posizione opposta e antecedente di qualche secondo, mostra una situazione di duello, in cui le due opposte fazioni si prendono a cazzotti. Sarebbe stato malmenato anche un terzo giovane, che non appartiene al collettivo Sum.

L’inizio della contesa potrebbero averla ripresa soltanto le telecamere cittadine. Ed è per questo che gli investigatori stanno cercando anche altri testimoni che erano presenti davanti al Miche sabato mattina.

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