Periferie e lavori al Franchi. Schmidt a tutto campo

Su "Radio Bruno" il candidato sindaco lancia stilettate all’amministrazione

Una città policentrica che fa delle periferie dei nuovi centri e con molte nuove case popolari per frenare il caro vita. È questa la ricetta che propone il candidato sindaco del centrodestra, l’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt, rispondendo a una domanda specifica sul costo della vita in città, durante un’intervista ai microfoni di Radio Bruno. "Firenze negli ultimi anni è diventata più cara - sostiene Schmidt - abbiamo visto molte persone specialmente i giovani andare a vivere fuori città. Alcuni si sono trasferiti anche a Milano, dove ci sono quartieri ancora più cari, altri rimangono per motivi di lavoro e famiglie e vanno a vivere in quelle che sono le periferie". Tuttavia, avverte l’esponente civico, "le periferie a Firenze non devono restare tali. È molto importante che diventino dei nuovi centri. Firenze storicamente nasce da 14 rioni, la cui storia si radica nel Medioevo e da quel momento in poi crescono con una loro identità precisa. Devono diventare nuovamente dei centri, devono essere interconnesse, devono avere più servizi, ad esempio più mercati ortofrutticoli ma anche delle case dell’amministrazione diffusa, in maniera che la gente non debba andare tutta al Parterre per chiedere un documento. La città non è solo il centro storico, anche le periferie sono storiche". Ma il candidato del centrodestra ha parlato anche della questione stadio, affermando che i lavori "vanno fatti a prescindere perché il Franchi è un impianto vetusto, costa un milione di manutenzione ogni anno, vanno fatti per forza altrimenti un giorno cadrebbe. Un restauro ci vuole - ha aggiunto -, non c’è alcuna questione, si tratta di un monumento nazionale, quindi anche per legge noi dobbiamo restaurarlo. non c’è assolutamente nessuna possibilità di abbatterlo". E rispondendo alle polemiche che nelle ultime ore gli sono piovute addosso dal centrosinistra, Schmidt, dopo aver ricordato di aver fatto parte della commissione che giudicava i progetti ha sottolineato che quell’organismo "era tecnico, non politico: il compito della commissione era quello di dire tra i vari progetti proposti quali rispondessero alla norma e alle prescrizioni della Soprintendenza in maniera migliore. Lo scandalo di cui continuo a non capacitarmi è che c’era un privato che era disponibile a mettere 300 milioni di euro per un nuovo stadio, e invece l’amministrazione comunale lo ha snobbato, voleva piuttosto costruirlo con soldi pubblici".

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