
di Olga Mugnaini
Toscana Aeroporti ci riprova. Anzi, rilancia. Fallito il masterplan per l’allungamento della pista di Peretola, con sentenza del Consiglio di Stato nel 2020, la società che gestisce gli scali di Firenze e Pisa, è pronta a ributtarsi nella mischia, con un piano di investimenti da 460 milioni, divisi fra il Vespucci e il Galilei, di cui 150 milioni di finanziamenti pubblici, già stanziati.
L’inciampo più grosso nella realizzazione della pista fiorentina da 2.400 metri, arrivò soprattutto dal fronte ambientale. E quindi si riparte da qui, garantendo "interventi improntati allo sviluppo sostenibile con l’obiettivo di fare dei due scali un importante esempio di equilibrato bilanciamento tra crescita del traffico aereo e tutela dell’ambiente".
Lo hanno spiegato ieri i vertici di Toscana Aeroporti, presentando le linee guida del nuovo piano infrastrutturale al 2035 per gli scali di Firenze e Pisa, alla presenza dei principali stakeholder e delle istituzioni, in modo da condividere le strategie di sviluppo del territorio.
Così, mentre si cerca di uscire dalle secche della pandemia, ecco quali sono gli impegni che la società è pronta a mettere in campo, a breve e a medio-lungo termine.
Sullo scalo fiorentino è previsto un investimento di 380 milioni, da spendere entro il 2025.
Nel breve periodo (2022-2024) sono stanziati 170 milioni di euro per recuperare il traffico passeggeri pre-Covid, grazie alla realizzazione del nuovo Terminal Passeggeri dell’aeroporto Vespucci. Previsti anche l’ampliamento e l’adeguamento dell’attuale piazzale aeromobili e interventi di risanamento acustico.
Nel medio-lungo termine (2025-2035), con un investimento pari a circa 200 milioni di euro, si spera di costruire la realizzazione della nuova pista di volo, che "rappresenterà a tutti gli effetti un esempio di infrastruttura sostenibile - sostengono i vertici di Toscana Aeroporti – in quanto consentirà la messa insicurezza idraulica del territorio ed eliminerà il sorvolo a bassa quota di aree urbane popolate, limitando in modo quasi assoluto la popolazione esposta al rumore".
L’amministratore delegato Roberto Naldi ha aggiunto che gli interventi idraulici previsti miglioreranno la capacità della Piana, che passerà "da un rischio di inondazione ogni 30 anni a 200".
Infine, altro elemento ritenuto vantaggioso per il territorio, si ritiene che sarà la strada di collegamento fra l’Osmannoro e Sesto: nel progetto originale si prevedeva il giro intorno alla pista, con un prolungamento di 2,5 chilometri: "Ora abbiamo il risultato del lavoro degli ingegneri - afferma Naldi –, che dovrà essere verificato con Enac, in cui si potrebbe prevedere il sottopasso, quindi l’eliminazione della strada aggiuntiva".
Ma i tempi della nuova pista? Stavolta l’iter dovrebbe essere più breve, grazie anche a nuovi strumenti normativi, come l’assoggettamento a ‘dibattito pubblico’, introdotto nel 2018. Una volta elaborato il nuovo progetto, Toscana Aeroporti vorrebbe dare avvio al dibattito pubblico già a gennaio prossimo, per proseguire poi col procedimento integrato di Via-Vas previsto dalla legge Semplificazioni e con la conformità urbanistica, compresa l’apertura della conferenza dei servizi. In tutto, si ipotizza, 27-35 mesi. Da qui partirebbero 28 mesi di lavori necessari sia per realizzare la pista, che per gli adeguamenti ambientali.
Costo dell’operazione 200 milioni e un traguardo spostato tra il 2026 e il 2027.
Il presidente Marco Carrai e l’ad Naldi hanno ricordato infine che il nuovo piano infrastrutturale si inserisce nel disastroso panorama della pandemia, che ha causato riduzione del traffico aereo anche superiori all’80% rispetto allo scenario pre-pandemia e richieste di nuovi spazi con distanziamenti prescritti.