EMANUELE
Cronaca

Per noi 40enni bambini anni ’80 è il primo amore

Emanuele

Baldi

Sarà la nostalgia, sarà che ti penso ancora mia... Ricordate Sandro Giacobbe? Ci ripenso oggi davanti a quel giglio.

Così plastico, sgargiante, coloratissimo, esageratamente Ottanta. Lo avevo lasciato appiccicato su un’anta dell’armadio di camera. Lo avevo dimenticato, quella notte calda di metà maggio 1990, insieme alle lacrime infinite di ragazzino incredulo che la Juve, maledetta lei – con quella legge tutta sua di dover vincere sempre e per forza a costo di fulminare i sogni altrui – ci avesse strappato all’ultimo respiro una coppa europea che da queste parti passa una volta ogni mezzo secolo. Lo ritrovo oggi quel giglio, alle soglie dei 42 anni, con il disincanto e il distacco figlio un po’ dell’età e un po’ di un calcio – diventato macedonia di quattrini e social – che non mi piace più granché.

E ripenso alla ricreazione a scuola (“Sai chi è quel giocatore che-gioca meglio del mitico Pelé? Baggio Roberto–Baggioooo“),

ai tuffi al cuore quando ’Tutto il calcio’ gracchiava alla radio del babbo (“Scusa Bortoluzzi, intervengo da Firenze“), a Dunga ritagliato sul giornale e appiccicato sul quaderno. Ed è nostalgia cristallina. Il giglio di ritorno sta spaccando Firenze. Era inevitabile. Fustigatori (i più) di là, e ammiratori di qua. Chi inorridisce di fronte al ritorno della ’effe alabardata’ lo fa evocando quella ’storpiatura’ di pontelliana memoria che

nel 1981 fece mettere le mani nei capelli ai puristi viola. Però fateci caso: si arrabbia chi ha

i capelli bianchi e ricorda quella rivoluzione cromatica e si arrabbiano i ragazzini che

non hanno memoria e ai quali semplicemente quel coso non piace. Ma fateci caso: i bambini degli anni’80, quarantenni oggi, sorridono di nascosto. Perché certi amori (specie

i primi) non finiscono. Fanno dei giri immensi e poi ritornano.