EMANUELE BALDI
Cronaca

La parola scelta dal Papa: Amore. Padre Pagano, amico di Prevost: “È un invito a pensare al prossimo”

Il religioso (agostiniano come il Pontefice): troppo facile solo dire amo Dio. “Questo sentimento deve essere concreto, è il carburante per la nostra missione”

La parola scelta dal Papa: Amore. Padre Pagano, amico di Prevost: “È un invito a pensare al prossimo”

Firenze, 19 maggio 2025 – Essere ’pescatori di uomini’ nel mare tempestoso. L’amore è il carburante che muove la missione a cui siamo chiamati. “Quella di salvare l’umanità dai pericoli di ogni giorni restando uniti” dice con voce stanca e dolce padre Giuseppe Pagano, agostiniano della basilica di Santo Spirito, baricentro fisico e spirituale del controverso Oltrarno fiorentino. È appena tornato in auto da Roma. Alla salita al trono di Papa Leone XIV – il suo vecchio amico ’Bob’, fratello di nuotate nei laghi dell’Illinois – certo non poteva mancare.

Padre, si è emozionato?

“Enormemente. È stato un grande momento e mi sono anche commosso”.

Per le prime parole del Santo Padre?

“Perché in alcuni momenti ha fatto capire subito quale sarà il filo rosso del suo magistero, ovvero l’unità. L’unità da costruire tutti insieme”.

Pescando, o meglio ripescando, appunto l’umanità dalla tempesta.

“In quel passaggio, riferito al Vangelo, il Papa ha evidenziato quanto sia importante la centralità di Gesù. Gesù che ci aiuta a salvarci dai pericoli di oggi”.

Quali sono?

“Oggi i pericoli sono ideologici, bellici. Il relativismo è un grande pericolo dei nostri tempi”.

Centrale come la parola ’amore’.

“Certo. L’amore di Dio è vero soltanto se vivi nell’amore del prossimo. Vede, è troppo facile dire soltanto amo Dio...”.

Ci spieghi meglio.

“È una soluzione di comodo amare qualcosa che non si vede e magari dimenticarsi del prossimo vicino a te”.

In una società sempre più egoista e distratta dove a volte non conosciamo i problemi del vicino di casa sembra un invito a non voltarsi dall’altra parte.

“Certo. Quello di Sant’Agostino è un amore concreto. L’amore è anche un peso e l’invito del Papa è a non tirarsi indietro”.

Non più spettatori ma attori?

“Mi permetta una battuta. Ogni volta che qualcuno critica una scelta calcistica si dice che l’Italia è un paese dove tutti quanti sono allenatori di calcio. Nella vita è la stessa cosa. Non dobbiamo essere criticoni, sempre pronti ad aspettare che l’altro sbagli per giudicare. Ecco io credo che sia il momento di compromettersi. Compromettiamoci per gli altri.

Intesa così una parola che solitamente richiama a qualcosa di negativo diventa bellissima.

“Sì perché vuol dire mettersi in gioco e farlo per gli altri. Quando ci mettiamo in gioco e sentiamo il peso delle scelte diventiamo migliori”.

In che senso?

“Nel senso che la volta successiva ci penseremo cento volte prima di giudicare gli altri”.

Ancora citando Sant’Agostino, il Santo Padre ha detto che “la Chiesa consta di tutti coloro che sono in concordia con i fratelli e amano il prossimo’. Come interpreta questo passaggio?

“Significa che c’è la necessità del contributo di ognuno. Il leit motiv della missione di Papa Leone è già chiaro. Perseguire l’unità della società oltre a quella della Chiesa che pure ha i suoi strappi da ricucire”.

Ha poi detto ’Sono stato scelto senza alcun merito’.

“Vede io lo conosco bene. Non è certo un uomo che ha sgomitato, la sua vocazione era e resta soltanto quella missionaria. Ma so che il suo grande equilibrio farà bene alla Chiesa e al mondo. A proposito vorrei aggiungere una cosa”.

Prego.

“Cercate sempre di andare oltre, capire in profondità le sue parole senza dargli etichette. Quando il Papa ha parlato di uomo e donna come prima formazione della famiglia non voleva escludere assolutamente nessuno ma solo proclamare il valore della famiglia stessa”.