ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Firenze ingrata con la sua soldatessa. Neppure una via dedicata alla Fallaci

Scomoda, controversa: e la politica non è ancora riuscita a onorarla UNA STRADA INTITOLATA ALLA FALLACI: SI' O NO? VOTA IL SONDAGGIO

Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice morta nel settembre del 2006

​​Firenze, 17 novembre 2015 - Inneggiando a una «nuova Lepanto» contro il terrorismo islamico, il governatore lombardo Roberto Maroni, all’indomani della strage di Parigi, sul suo profilo twitter, commenta un libro e posta citazioni di Oriana Fallaci per sottolinearne la lungimiranza. E invita la sua Lombardia a celebrare la giornalista e scrittrice fiorentina: «Vorrei che in ogni comune si intitolasse una via, una piazza, un teatro a Oriana Fallaci», scrive. Ma la strada è lunga e accidentata: a Roma, appena un anno fa, il consiglio comunale ha bocciato l’atto che prevedeva l’intitolazione di una via a un personaggio che, tutt’oggi, evidentemente resta controverso e scomodo. Anche la sua città, Firenze, le ha negato il Fiorino d’oro, il riconoscimento più alto che viene assegnato ai più illustri concittadini. E nonostante dal 2012 si sia cominciato a ragionare, con un sì stiracchiato, a dare il suo nome a una strada, quella strada, a nove anni dalla sua morte, ancora non c’è. La via del dialogo è la più difficile da imboccare.

Dopo la carneficina, sui social network si celebra la Fallaci come santa anti islamica e i suoi libri stanno riscalando le classifiche. Non sono carezze le sue invettive contro l’islam e contro chi – secondo lei, parole armate – non ha fatto nulla per fermarlo. La Fallaci compara lo schianto degli aerei contro le torri gemelle a un coltello che si infilza in un panetto di burro e chiude il suo libro con un perentorio: «Stop. Quello che avevo da dire l’ho detto. La rabbia e l’orgoglio me l’hanno ordinato. La coscienza pulita e l’età me l’hanno consentito. Ora basta. Punto e Basta». Scuote le coscienze. Ma l’ostracismo non è finito. Anche in casa, si sa, è difficile essere profeti. All’indomani della scomparsa della Fallaci, che morì il 15 settembre 2006, il regista Franco Zeffirelli aveva apostrofato la collettività con un «Firenze città ingrata». Tempo tre mesi, l’ordine del giorno presentato in consiglio comunale da quella che ancora si chiamava Casa delle libertà, per intolare alla giornalista e scrittrice una strada o una piazza di Firenze, viene abbattuto dai capigruppo del centrosinistra che non lo sottoscrivono, impedendo all’atto di approdare in aula per la discussione. Bocciato ante litteram. L’imbarazzo della sinistra è manifesto per un personaggio che alla fine diventerà una bandiera e un grido di battaglia per il centrodestra. Fino all’era di Renzi sindaco. E’ il 2012 infatti a trovare il primo ok per una strada dal nome Fallaci. Che arriva nello stesso giorno, il 20 febbraio, in cui l’attuale premier dice no a una via per Craxi. Ma anche in quel giorno, a Palazzo Vecchio non furono rose e fiori. Se alla fine l’assemblea troverà 17 voti, 12 consiglieri restano contrari e 8 si astengono. Con il Pd spaccato al voto: 5 consiglieri a favore, 7 astenuti, 8 no. Ancora la strada non c’è. Ma ci si sta lavorando. E’ stato l’attuale sindaco di Firenze Dario Nardella, a settembre, in occasione della ricorrenza dei 9 anni dalla morte della scrittrice, a dare impulso a un nuovo percorso. «Ritengo che si siano create le condizioni per intitolarle una strada – ha detto – La commissione toponomastica metterà al primo punto dei suoi lavori proprio questa proposta». Conclusione: la commissione sta lavorando, forse è stata imboccata la strada giusta.