REDAZIONE FIRENZE

Tornano in una chiesa campana sei opere d’arte trafugate nel 1976 e nel 2011

Tra queste c'è anche un frammento rinvenuto in un ristorante fiorentino. Le restituzioni sono il frutto di due indagini condotte dai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Napoli e Firenze

Carabinieri (foto repertorio)

Firenze, 22 maggio 2021 - Sei opere verranno riconsegnate domani alla chiesa del SS. Salvatore di Calvanico (Salerno). Tra queste c’è anche un dipinto recuperato in un ristorante fiorentino. Si tratta in tutto di quattro dipinti, di frammenti di una pala d’altare, di un reliquiario e della scultura di un angelo in legno policromo. Alla riconsegna saranno presenti i comandanti dei nuclei per la tutela del patrimonio culturale di Napoli e Firenze, maggiore Giampaolo Brasili e capitano Claudio Mauti, il parroco don Vincenzo Pierri ed il sindaco della cittadina Campana, Francesco Gismondi.

La pala d’altare “Madonna del Rosario” venne asportata il 14 maggio 1976 dalla chiesa del SS. Salvatore di Calvanico. Il reliquiario e l’angelo policromo erano sistemati nel tabernacolo della chiesa, da cui furono trafugati nel 2011. Queste restituzioni sono il frutto di due distinte indagini condotte parallelamente dai nuclei di Firenze e di Napoli.

La complessa investigazione condotta da quello partenopeo, coordinata dalla procura della Repubblica partenopea, che ha portato al recupero del reliquiario e dell’angelo, ha permesso di individuare ventinove persone facenti parte di un’organizzazione criminale con base logistica in Campania che ricettava beni preziosi rubati da luoghi di culto e istituti religiosi collocati sull’intero territorio nazionale. Le indagini hanno permesso di accertare che la banda era attiva già da numerosi anni nel settore dell’antiquariato e dei beni ecclesiastici grazie alle specifiche conoscenze dei ricettatori che, appassionati d’arte o, in alcuni casi, ex titolari di negozi, erano il tramite per la commercializzazione degli oggetti proventi di furto. L’iter era ormai consolidato: alcuni avevano il compito di effettuare sopralluoghi per individuare luoghi di culto vulnerabili e non vigilati, altri si occupavano del reperimento dei beni per individuare i canali illeciti di vendita, ad altri ancora spettava infine la collocazione dei pezzi rubati, dai mercati rionali per gli oggetti di minore rilevanza a trattative private nel caso di opere di notevole valore commerciale. Di fondamentale importanza, per l’individuazione dei beni, è risultata la comparazione delle immagini degli oggetti sequestrati con quelle contenute nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti.

Gli oggetti recuperati, derivanti da 55 furti compiuti sull’intero territorio nazionale (da Bolzano a Catania), provengono soprattutto da chiese e abitazioni private. Tra i più rilevanti da ricordare, l’intero tesoro di San Donato, asportato dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli di Acerno (Salerno), e due busti in legno raffiguranti San Paolo e San Pietro, rubati dalla chiesa di San Carlo a Cave (Roma).

L’attività del nucleo del capoluogo toscano nasce invece dall’iniziativa di un militare del reparto specializzato dell’Arma, che aveva notato in un ristorante fiorentino uno dei quattro dipinti recuperati, intuendo che potesse trattarsi di un frammento di un’opera molto più grande. Tra oltre un milione e trecentomila beni da ricercare presenti nella banca dati, i carabinieri sono riusciti a risalire alla maestosa pala d’altare da cui proveniva l’opera parziale, riuscendo così a individuare anche altri tre frammenti. Il titolare del ristorante, artista e appassionato d’arte, risultato in buona fede, aveva acquistato le opere negli anni Settanta presso la fiera antiquaria di Arezzo: l’uomo, purtroppo colpito da un male incurabile, assisterà alla restituzione delle tele alla chiesa di Calvanico da cui erano state rubate, felice di averle conservate e preservate per così tanto tempo. La procura della Repubblica presso il tribunale di Firenze, riconoscendo al ristoratore l’estraneità ai fatti, ha concesso l’autorizzazione alla restituzione.

La restituzione segue di poco l’Operazione “Res Ecclesiae”, compiuta dal nucleo di Cagliari, che aveva smantellato un gruppo di finti restauratori dediti a raggiri ed estorsioni ai danni dei parroci e dei responsabili di altri luoghi di culto.