
Maria Cassi e Giulio Picchi
In nome di Fabio Picchi, chef e fondatore del Cibreo, torna (ed è la terza edizione) Sale-Sant’Ambrogio in festival, la rassegna di eventi che prende il via nel quartiere di Sant’Ambrogio a Firenze dal 29 maggio. La mente di tutto è il figlio di Picchi, Giulio, ceo del gruppo Cibreo e direttore artistico del Teatro del Sale a Firenze. Il quartiere di Sant’Ambrogio è da sempre area di integrazione, di pace. Non è un caso allora che sia stato scelto come motto dell’edizione 2025 "bombardiamo il mondo di cose buone". Un accostamento forte a quanto accade vicino e lontano da Firenze, perché i conflitti sono sempre più numerosi.
Nel suo intervento la sindaca Sara Funaro fa proprio un riferimento al messaggio di "bombardiamo il mondo di cose buone", spiegando che l’antidoto della guerra è la cultura. E che "le notizie che arrivano dalla Palestina sono ogni giorno più terrificanti. L’annuncio scellerato di Netanyahu sull’imminente occupazione totale della Striscia di Gaza e sullo spostamento forzato dei civili è un disegno che vìola i principi fondamentali del diritto e dell’umanità. La comunità internazionale e il governo italiano devono fare tutto ciò che è in loro potere per fermare questa escalation. Da Firenze, città di pace e di dialogo, un appello urgente per un cessate il fuoco immediato e per una pace giusta e duratura, fondata sul riconoscimento reciproco e sul rispetto dei diritti di tutti".
Il festival è denso di appuntamenti. Da quelli – tantissimi – nelle botteghe il testo teatrale ‘La cantata del napoletano avvenne da lontano’, atto unico di Fabio Velotti nella bottega di parrucchiere Rasoi Hair Jazz (via Ghibellina 55r, con una doppia rappresentazione il 29 maggio), a una serie di iniziative. L’evento di apertura, in programma il 29 maggio, si intitola ‘Il cibo come unione della comunità’: durante la giornata ci saranno workshop, la cena evento ‘Così lontani, così vicini’ con un food special appartenenti alla cultura gastronomica delle due comunità ospiti, quella georgiana e quella senegalese. La serata del 30 maggio è dedicata a Fabio Picchi e ha come titolo ‘Il cibo come emozione ed ispirazione collettiva’, con cena evento ‘L’albero di Fabio: la genealogia degli chef che hanno ispirato la cucina di Fabio Picchi’. La giornata del 31 maggio sviluppa il tema annuale del festival esplorando il suo rapporto con le materie prime o la cucina, il giorno successivo si parla del cibo come condivisione con la comunità. Proprio l’1 giugno è in programma la cena di beneficenza per le associazioni filantropiche di Firenze, poi ‘Il ballo del sale’, uno spettacolo musicale che chiude il festival. Sant’Ambrogio pullula di energia e con questo festival, spiega Picchi, "la città celebra le proprie virtù, il proprio saper fare, quel senso tutto fiorentino di immaginare la vita e la quotidianità come qualcosa di bello e collettivo, come di una famiglia che si riunisce per le feste".
Niccolò Gramigni