
Nell’incidente morì un’anziana di 89 anni, che non aveva più parenti. L’imputato risarcisce la Misericordia e chiede scusa: ok al patteggiamento
Firenze, 5 giugno 2025 – Dal gelo di una tragedia, accaduta in una brutta giornata d’inverno, è fiorita una storia di ravvedimento, integrazione, amore per il prossimo.
Ma per trovare il bene in fondo a un processo penale per omicidio stradale, definito nei giorni scorsi dinanzi al giudice dell’udienza preliminare Anna Liguori, bisogna necessariamente partire dal male.
Ovvero dalla morte, per le lesioni che subì, di Carla Parronchi, una donna di Dicomano deceduta a seguito di un sinistro avvenuto il 23 gennaio dell’anno scorso, sulla Statale 67, all’altezza del chilometro 111+300, nel territorio del comune della Rufina.
La signora Parronchi, 89 anni, era in macchina assieme a un volontario della Misericordia di Dicomano. La Misericordia era la sua famiglia, perché Carla non aveva più nessuno vicino a sé: né figli né parenti prossimi.
La Dacia Sandero di proprietà della Confraternita stava rientrando proprio a Dicomano per riportarla a casa. La Parronchi era seduta al posto del passeggero, con la cintura regolarmente allacciata. Era una brutta giornata, funestata dal maltempo.
Nella carreggiata della Sandero della Misericordia di Dicomano piombò all’improvviso, dopo una curva, una Opel Crossland, condotta da un operaio di origini albanesi di 34 anni. Una manovra azzardata, fatta per schivare a sua volta un’auto che procedeva a passo d’uomo nella sua carreggiata.
L’impatto fu fortissimo. L’anziana riportò un gravissimo trauma toracico, le fratture dello sterno e delle costole, e morì. Il conducente della Crossland venne iscritto sul registro degli indagati per omicidio stradale. Non aveva bevuto, risultò negativo ai test antidroga, ma quel maledetto sorpasso lo azzardò in un tratto di striscia continua, subito dopo il cartello che segnalava la curva pericolosa.
Insomma, anche se non lo aveva fatto apposta, questa disattenzione poteva costargli molto cara. Ma l’automobilista, incensurato, oggi ha chiuso il conto con la giustizia: assistito dall’avvocato Sabrina Del Fio, ha infatti patteggiato due anni e quattro mesi. Pena affievolita assai dal suo atteggiamento preso positivamente in considerazione sia dal pm titolare del fascicolo, Ester Nocera, che dal giudice.
L’automobilista, non potendo neanche chiedere scusa alla famiglia di Carla Parronchi, non avendo ella più parenti prossimi in vita, ha fatto una donazione alla Misericordia di Dicomano. La donazione - una somma non di poco conto per lo stipendio di un operaio, marito e padre di tre figli - è stata accompagnata da una lettera, indirizzata alla Confraternita che assisteva la vittima del sinistro stradale.
“Quel giorno in cui ho provocato l’incidente c’erano delle condizioni meteorologiche avverse, ma per colpa mia, anche se involontariamente, ho causato un danno nei confronti della signora Carla Parronchi, di cui mi assumo tutta la colpa - le parole del 34enne -. Vorrei poter chiedere scusa direttamente a lei, ma non potendo farlo neanche a un suo familiare, le mie scuse le porgo alla vostra Misericordia che le stava vicino e l’assisteva. So che la mia donazione non potrà ripagare ciò che ho cagionato, ma spero che il mio gesto, condiviso con la mia famiglia e figlio del mio onesto lavoro, possa essere da voi apprezzato e possa contribuire alle tante nobili iniziative della vostra preziosa Confraternita”.
s.b.