Dialoghi in libertà, parole che si intensificheranno nel corso dei prossimi mesi perché chi pensa che la partita delle Regionali sia qualcosa di lontano – nel tempo e nei temi – si sbaglia. Si inizia in questo periodo a fare riflessioni, ad avere i primi pensieri concreti: nomi, coalizioni, programmi, chi ci sta e chi preferisce andare altrove. Campo largo sì o no? Giani, che a ogni occasione sfoggia un sorriso smagliante, ora sente la sua riconferma a candidato governatore del centrosinistra sempre più vicina (dopo il mare mosso di agosto). Ma cosa ne pensa Graziano Cioni, politico navigato e grande conoscitore dei meccanismi che muovono certi sistemi?
Va detto che l’ex sceriffo – personaggio conosciuto in tutta la Regione – si è sempre detto un precursore del campo largo. A sentirlo, nelle prossime elezioni regionali, per sconfiggere il centrodestra (ora non molto unito), si potrebbe presentare un campo larghissimo composto ad esempio da Pd, M5s, Iv, Sinistra (anche se quest’ultima non sarebbe propensa ad accettare i renziani in coalizione). Cioni riflette: "Io sono sempre favorevole al campo largo". Certo, ci sono da mettere insieme tante anime e non è facile. "Intanto direi che la prima cosa da fare è decidere senza indugi sul governatore. E dunque se riconfermare o meno Giani".
Non lo dice apertamente, ma pare che l’ex deputato e poi assessore nella giunta Domenici prediliga la strada della continuità. "Se però c’è un rischio di non riconferma? Siamo in politica, può succedere di tutto. Lo sappiamo ormai. Però sul campo largo voglio dire una cosa: ognuno può mantenere la propria identità, la coalizione poi si forma su scelte condivise".
Grandi manovre anche in Città metropolitana in vista dell’elezione del nuovo Consiglio. I pentastellati dovrebbero entrare in maggioranza con i dem (e anche con Verdi e Sinistra). E se su Italia Viva ci sono ancora molte riserve, sembra che Sinistra Progetto Comune potrebbe presentare una lista insieme a Firenze Democratica di Cecilia Del Re. Per la sindaca metropolitana Sara Funaro, comunque, non dovrebbero esserci problemi nel conquistare la maggioranza dell’aula.
Niccolò Gramigni