Noto dj alla sbarra: i due figli piccoli intossicati dalla cocaina finiscono al Meyer

Nei week end a casa del genitore, separato, i bambini si contaminarono con lo stupefacente che lui assumeva: chiesti tre anni e nove mesi

Ospedale Meyer Firenze (foto Ansa)

Ospedale Meyer Firenze (foto Ansa)

Firenze, 8 marzo 2024 – Al termine del week end passato con il babbo, la mamma notò qualcosa di strano nei suoi due figli. Corse al pronto soccorso del Meyer e il responso fu tremendo: intossicazione da cocaina.

Oggi, quel padre, un noto dj di 44 anni, fiorentino, è imputato in tribunale: deve rispondere delle accuse di lesioni nei confronti dei due suoi figli, all’epoca 5 anni il più grande, e 18 mesi il più piccolo. L’uomo è accusato anche di non aver versato i contributi per il mantenimento dei due figli. Per lui il pubblico ministero, Giacomo Pestelli, al termine della sua requisitoria, nonché di una lunga e meticolosa inchiesta, ha chiesto tre anni e nove mesi di condanna per l’imputato. "La pena deve essere esemplare", ha detto il pubblico ministero.

Richiesta a cui si è associata il legale della ex compagna del dj, Elisa Baldocci. Nella prossima udienza, il 13 marzo, invece, l’avvocato Chiara Ceroni risponderà alle accuse. Quel giorno è prevista anche la sentenza del giudice, la dottoressa Serafina Cannatà. I fatti risalgono al 2020. Era il primo maggio quando la donna, separata dal compagno, riprese i due figli dai due giorni passati in compagnia del padre.

I bambini le apparvero irrequieti, agitati, alterati. Per questo si precipitò al Meyer per farli visitare. Furono i medici del centro pediatrico a rispondere alla inquietante domanda che le girava in testa: il piccolo aveva assunto della cocaina. Gli stessi sanitari fecero partire l’indagine. Di fronte a quel tipo d’intossicazione diedero immediatamente il via a una segnalazione alla polizia, che a sua volta informò la procura.

Il magistrato dispose una perquisizione a casa del padre. Non venne trovata droga. Il 44enne ammise di far uso saltuariamente della sostanza, escluse però di averne somministrata ai figli. A scanso di ogni equivoco il pm Pestelli ordinò subito una serie di accertamenti medici tra i quali l’esame tossicologico, affidato a una luminare come la professoressa Elisabetta Bertol, sia sul padre che sulla madre, sul nuovo compagno di lei e sui bambini.

Entrambi i figlioletti sono risultati positivi al test come pure il loro padre. Test assolutamente negativi per ogni droga invece quelli della madre e del nuovo compagno. Nel corso del processo, è emerso che i figli sarebbero venuti a contatto con la cocaina probabilmente toccando oggetti o suppellettili su cui era presente la polvere. Anche in maniera non occasionale: i periti hanno infatti trovato tracce dello stupefacente sin nei capelli dei bambini, il che significa che questa intossicazione non era stata occasionale.

In attesa della sentenza, questa storia è giù giunta a un primo verdetto. Nel procedimento parallelo, dinanzi al giudice civile, per l’affidamento dei figli, il tribunale ha infatti tolto la patria potestà al padre.

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