Omicidio Ciatti, le lacrime dei genitori in aula. "Ci dissero che Niccolò stava morendo"

Seconda giornata del processo a Girona per l'omicidio di Niccolò Ciatti

Girona (Spagna), 31 maggio 2022 -  La mamma Cinzia descrive Niccolò, poi scoppia in lacrime. Troppa l'emozione a raccontare di suo figlio, ucciso nell'estate del 2017 a Lloret de Mar. “Non ci aveva mai creato problemi, il suo sport era il nuoto. La sera era stanco per il suo lavoro al mercato e andava a letto”. Poi la voce s'interrompe, il giudice le dice che va bene così. Subito dopo fa il suo ingresso il babbo Luigi.

 

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Anche la sua deposizione è brevissima. La sofferenza invece è intensa quanto quella di sua moglie. Pure lui a un certo punto si ferma e prima che l'emozione abbia il sopravvento, la deposizione si chiude. Adesso, inizia il processo anche per loro: finora, infatti, nell'attesa di essere sentiti come testimoni, i genitori, con la figlia Sara, erano dovuti restare fuori dall'aula del palazzo di giustizia di Girona dove si decide dell'omicidio del 21enne di Scandicci.

Un violento pestaggio in discoteca, durante la vacanza che Niccolò e i suoi sei amici – sentiti nella prima giornata di udienza – avevano deciso di trascorrere qui, in Costa Brava. “Subito dopo sarebbe partito con la sua fidanzata”, ricorda Luigi. Poi, rammenta la telefonata con cui un amico del figlio, Simone Vanni, li avvisa di quello che è successo. “Era la mattina alle cinque, eravamo anche noi in vacanza in alta Italia, partimmo subito”. Niccolò morirà in ospedale. Ma da quel calcio alla testa, forte, devastante, come descritto dai presenti, non si era mai ripreso. La difesa di Rassoul Bissoultanov, il ceceno che sferrò la pedata, e del connazionale Movsar Magomadov, sta cercando di ridurre le responsabilità dei due imputati, anche oggi  presenti in aula.

 

 

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