Processo Ciatti: "Hanno colpito per uccidere Niccolò". E la madre piange in aula

Le parole di Luigi Ciatti, padre di Niccolò, pestato a morte la notte tra l'11 e il 12 agosto 2017 mentre si trovava con gli amici sulla pista da ballo di una discoteca di Lloret de Mar in Spagna

Girona (Spagna), 31 maggio 2022 -  "Non è stata una rissa, è stata una vera e propria aggressione" e "i tre ceceni che hanno ucciso mio figlio sono tutti combattenti, conoscono le arti marziali e hanno colpito per uccidere".

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Così a Radio Capital questa mattina Luigi Ciatti, padre di Niccolò, il 22enne di Scandicci ( Firenze) pestato a morte la notte tra l'11 e il 12 agosto 2017 mentre si trovava con gli amici sulla pista da ballo di una discoteca di Lloret de Mar in Spagna.

Oggi sono ascoltati dai giudici Luigi Ciatti e la moglie Cinzia Azzolina. La mamma di Niccolò ha pianto in aula.  

 

Chi sono gli imputati 

Gli imputati sono Rassoul Bissoultanov e Movsar Magomadov, due ceceni che all'epoca dei fatti erano appena più grandi di Niccolò Ciatti. Secondo quanto ricostruito, Bissoultanov, esperto di arti marziali, in particolare del tipo di lotta chiamata Mma, la notte tra l'11 e il 12 agosto del 2017, sulla pista da ballo della discoteca St Trop, insieme a due connazionali, uno dei quali era Magomadov, improvvisamente prese di mira Niccolò Ciatti, che stava trascorrendo con i suoi amici l'ultima serata della vacanza in Costa Brava. Così iniziò il pestaggio mortale. Bissoultanov sferrò un violentissimo calcio alla testa del ragazzo di Scandicci, che non si rialzò più. Morì in ospedale alcune ore dopo.

Per Bissoultanov l'accusa chiede una condanna a 24 anni di carcere più 9 di libertà vigilata, mentre esclude responsabilità per Magomadov. I legali della famiglia Ciatti, invece, chiedono che anche l'altro ceceno venga condannato a 15 anni di reclusione. La difesa di Bissoultanov punta a far riconoscere che non si trattò di omicidio volontario ma che fu preterintenzionale. "I tre aggressori non avevano un graffio, un segno, sono dei picchiatori - aggiunge Luigi Ciatti - Mio figlio stava ballando, c'è un video che lo testimonia. I tre assassini sapevano benissimo cosa stavano facendo, colpivano per uccidere". Poi Luigi Ciatti, ha commentato la sua reazione di ieri, fuori dal tribunale, quando ha gridato 'assassino' ad uno degli accusati: "Immaginatevi il dolore di trovarsi a due metri dagli assassini di mio figlio, che arrivavano in tribunale come se nulla fosse. La nostra rabbia è esplosa in parole, nulla di più".