PIERO CECCATELLI e ELETTRA GULLE'
Cronaca

"Draghi? Preparatissimo, cordiale e 'di sinistra'. Gli studenti lo adoravano" / NEWSLETTER

Maurizio Grassini, Paolo Giovannini e Sandro Rogari, docenti al Cesare Alfieri sono ospiti di Buongiorno Firenze, newsletter de La Nazione. "Draghi seguiva un metodo didattico americano. Collega colto e straordinario"

Mario Draghi durante una conferenza a Palazzo Vecchio

Firenze, 4 febbraio 2021 - Il testo che segue apre Buongiorno Firenze, la newsletter che La Nazione invia ogni mattina agli iscritti alla sua community di lettori. Quotidianamente, Buongiorno Firenze individua un tema di cronaca e vita cittadina, di cui si parla  con uno o più  ospiti: oggi, Maurizio Grassini, Paolo Giovannini e Sandro Rogari, docenti al Cesare Alfieri. Buongiorno Firenze tratta le principali notizie di cronaca, cultura, sport e offre suggerimenti su come scoprire e godersi la città.      Per ricevere via mail la newsletter clicca su www.lanazione.it/buongiornofirenze 

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Se Palazzo Chigi sembra l'antica via Laura  A cura di Piero Ceccatelli  Se davvero Mario Draghi riuscirà a formare il governo ea succedere a Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, la staffetta fra i due premier potrebbe essere letta come uno scambio fra gli inquilini del secondo e del terzo piano dei mitico edificio di via Laura 48 dove, fino a qualche anno fa, avevano sede la facoltà di Giurisperudenza e il "Cesare Alfieri" di Scienze politiche. Oggi entrambe le facoltà sono emigrate nel locali di Novoli, senz'altro più confortevoli e moderni, ma certo non altrettanto carichi di storia. E di gloria.Sì, perché Conte e Draghi sono o sono stati docenti nelle due facoltà, se non classificabili come "sorelle", catalogabili almeno come "cugine", visto che i rispettivi indirizzi, ai fini di certi concorsi, sono definiti "equipollenti". Se Draghi farà il governo, Conte tornerà a insegnare diritto privato a Novoli. A Scienze politiche, nel decennio 1981-91 Draghi fu docente di Economia internazionale ed Economia e politica monetaria. L'uno è l'altro hanno segnato, a Firenze, ampie e giustificate assenze: Conte perché da quasi tre anni è assorbito dal ruolo di premier. Draghi perché spese a Washington sei dei dieci anni "fiorentini", per studi e specializzazioni oltreoceano.  Per Firenze città e per la sua università, un bel blasone fornire un docente in servizio ed uno emerito alla guida del governo del Paese. E par di sentirle - se fosse successo quando le due facoltà erano coinquiline, ma fatalmente rivali - le punture di spillo scagliate da un piano all'altro. Clamorose e beffarde quelle fra studenti. Meno percepibili ma - chissà - forse più acuminate quelle fra docenti. Col buon Fedele, barista saggio e chissà quanto neutrale, a far da paciere. Intanto, il rettore dell'Università Luigi Dei rende onore a Conte:  «ha portato il suo contributo al servizio del Paese e lo ha fatto con grande competenza e con una precisa statura morale.Ha svolto il suo compito di presidente del Consiglio al meglio, come gli ha sempre richiesto il ruolo ricoperto ». Conte potrebbe tornare in cattedra già il 22 febbraio, al via del secondo semestre. L'ultima volta per lui in facoltà, fu il 31 maggio 2018: al mattino lezione sui diritti dei consumatori di fronte a 40 alunni in presenza. Poco dopo, incarico da premier davanti a milioni di italiani. Incollati alla tv.

 

GLI OSPITI servizio di Eletra Gullé  Di Draghi al Cesare Alfieri ricorda benissimo  Maurizio Grassini,allora docente di Econometria. «Venne a Firenze con un gruppo di allievi di Federico Caffè - dice il professore ora in pensione -. La sua presenza fu tutto sommato breve ma ha lasciato un segno importante. Se ne andò sei anni per il suo incarico a Washington e  tornò da noi nel gennaio del 1991, in piena 'Pantera'. Ricordo che condividevamo la stessa aula. Fece una lezione, poi la facoltà venne chiusa e riaprì a maggio ». «Il nostro rapporto - prosegue Grassini, - era estremamente cordiale, di grande simpatia e di stima reciproca. Molto amato dai ragazzi, Draghi era apprezzato per la sua grande umanità. Adesso, se posso essere sincero, sono un po 'in ansia per lui, oltre che naturalmente per il Paese, che vive un momento difficilissimo. La mia simpatia va comunque tutta a lui. Abbiamo vissuto un importante pezzo di storia professionale insieme ».  Il passaggio dell'ex presidente della Bce in via Laura lo definisce «un po 'in punta di piedi» il sociologo Paolo Giovannini . «Dico così perchè lui abitava a Roma ... clicca qui per continuare la lettura