OLGA MUGNAINI
Cronaca

Nella trappola della burocrazia Anche il sindaco ostaggio dei cavilli "Si rischia di bloccare la tramvia"

Nardella protesta per l’enorme montagna di documenti necessari per mandare avanti il cantiere "Ecco quanti atti di notifica servono per mettere un solo gancio e appendere i cavi elettrici della linea"

di Olga Mugnaini

FIRENZE

Annegati nella burocrazia. Prigionieri di carte bollate, procedure, iter e documentazioni, che diventano un freno a mano continuo, non solo per i privati, ma per le stesse amministrazioni pubbliche, ogni volta che c’è da mandare avanti un progetto.

Stavolta a ribellarsi non è il cittadino alle prese con qualche autorizzazione che non procede da un ufficio all’altro, ma lo stesso Comune.

Il caso specifico è il cantiere della tramvia. Il sindaco Dario Nardella ha disteso su un tavolo la montagna di scartoffie da riempire per un intervento, oltretutto non di scavo, per la prossima linea: "Questi sono tutti gli atti di notifica necessari per mettere un solo gancio per appendere i cavi elettrici della linea aerea della nuova tramvia di Firenze - protesta Nardella –. Di fronte a questa situazione, credo che serva immediatamente una vera semplificazione, come chiediamo noi sindaci da anni a tutti i governi, senza rallentare ulteriormente le procedure di affidamento dei lavori già avviate. Ora o mai più. E se ciò non avverrà, nessuno pensi, quando sarà troppo tardi, di accampare giustificazioni o piangere sul latte versato. Non servirà a nulla".

Ma allora l’avanzamento della tranvia è a rischio? Chissà, l’intoppo è sempre dietro l’angolo, ma da questo punto di vista Nardella spiega: "Nessun rischio, ma solo il racconto del fatto che dobbiamo fare il triplo della fatica per garantire i tempi. Noi ci riusciamo perché abbiamo ormai esperienza e uffici bravi e dedicati, ma una qualunque altra amministrazione, alle prese per la prima volta con queste cose, fallirebbe. Noi intanto continuiamo a lavorare nei nostri comuni, spesso lasciati soli, ma senza scoraggiarci".

Non ci si scoraggia, ma ci si preoccupa. Specialmente pensando al “tesoro“ dei finanziamenti del Pnrr che sono come un latticino con la scadenza sulla confezione. Infatti, il più grande scoglio è proprio la tempistica. Per avere un’idea di che cosa voglia dire la burocrazia, Nardella fa l’esempio del “offerta anomala“, definita un vero gioco dell’oca: "Di fronte all’ offerta anomala, in apparenza non conforme al mercato, il responsabile unico del procedimento (Rup) rileva l’anomalia e chiede giustificazioni alla ditta, che ditta ha 15 giorni per le idonee giustificazioni. Di seguito il rup passa le giustificazioni alla commissione aggiudicatrice per un parere, che non ha termini perentori per il parere. Se c’è parere, se negativo, il rup non può subito escludere la ditta ma deve avvisare la ditta, che però ha altro tempo per controdedurre. Poi si torna alla commissione. Se dopo tutto il procedimento è confermata l’anomalia il Rup può procedere all’esclusione e passare alla seconda ditta classificata. Ma se pure la seconda ha un’offerta anomala si riparte da zero, come nel gioco dell’oca".