REDAZIONE FIRENZE

Nasce l’associazione Astori, il capitano eterno

"Firenze è dove Davide ha lasciato il segno a livello umano, ed è da qui che vogliamo ripartire per tramandare il suo messaggio e cercare di salvare delle vite". Il 4 marzo ricorreranno i 5 anni dalla morte di Davide Astori, capitano della Fiorentina tragicamente scomparso a Udine, dove si trovava con la squadra, a seguito di una malattia cardiaca, e il legame che lo lega eternamente alla città si rafforza ancora di più. E’ stata ufficialmente presentata in Palazzo Vecchio (presente il sindaco) l’Associazione Davide Astori, che porta il nome del ragazzo, e si pone come obiettivo quello di promuovere la diffusione scientifica. "Non è un caso che sia stata scelta Firenze per dar inizio a questo progetto – continua il fratello Bruno Astori – Non è descrivibile l’emozione che proviamo ogni volta che torniamo in città, grazie al calore e all’energia che ci vengono trasmessi. Da qui in poi vogliamo promuovere iniziative che possano fare del bene in ambito di valori, di ricerca, di divulgazioni scientifiche. Se ciò che è accaduto a noi potrà far sì, tramite questa associazione, che si salvi anche solo un’altra famiglia, per noi sarà già un obiettivo enorme". Presenti tantissimi volti della Fiorentina del passato, che con Davide Astori hanno condiviso campo o spogliatoio. Da Manuel Pasqual, altro ex capitano viola e amico di Astori, a Giancarlo Antognoni, all’epoca club manager viola e adesso non più in società, e Gino Salica, dirigente di lungo corso e vice presidente viola dal 2017 al 2019. "Davide è sempre stato con noi, anche se ora non c’è più – dice Antognoni –. Ha lasciato un segno indelebile che portiamo con noi. Dispiace non vedere nessuno dell’attuale Fiorentina".

"Quando si parla di Davide è impossibile essere assenti – ha aggiunto Gino Salica –. Tutti gli eventi sono importantissimi, è nei nostri cuori ed è indimenticabile, come lo è il dolore di quei giorni. Ricordo ogni momento, come anche Diego e Andrea Della Valle, è un trauma che porteremo dentro per sempre".

Iacopo Nathan