
Dopo decenni finalmente Firenze e Prato si sono strette la mano siglando un patto strategico. L’obiettivo è valorizzare le collezioni permanenti dei due musei, diverse ma complementari .
Ci sono voluti decenni, ma finalmente Firenze e Prato si sono strette la mano, siglando un’alleanza logica, intelligente e proficua per tutta la Toscana in campo culturale.
Il Museo Novecento di piazza Santa Maria Novella e il Centro Luigi Pecci alle porte della città tessile – una delle prime e innovative istituzioni italiane dedicate all’arte contemporanea – avviano una collaborazione. Resteranno due realtà diverse e autonome, ma idealmente rappresenteranno un percorso artistico unico, che abbraccia tutto il XX secolo e arriva fino a oggi.
L’occasione nasce con l’arrivo di tre importanti lavori di Jannis Kounellis, Mario Merz e Mimmo Paladino, ceduti in comodato da parte di collezionisti privati.
Inizialmente proposte al direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti, le opere saranno accolte dal Centro Pecci diretto da Stefano Collicelli Cagol, che le esporrà al pubblico a partire dal 31 maggio 2025, in occasione della mostra “Smisurata. Opere XXL dalla Collezione del Centro Pecci“.
La strategia è valorizzare le collezioni permanenti dei due musei, diverse ma complementari, una orientata sul primo Novecento, l’altra sull’arte dagli anni Sessanta in poi del XX secolo.
Le opere di Jannis Kounellis, Mario Merz e Mimmo Paladino, di grande formato e valore artistico, troveranno così una collocazione coerente all’interno di una collezione, come quella del Centro Pecci, orientata all’arte contemporanea dal secondo dopoguerra in avanti.
"Siamo felici di questa collaborazione, un’ulteriore occasione per rafforzare il legame tra le due città anche da un punto di vista culturale – ha detto la sindaca di Prato Ilaria Bugetti –. I due musei sono complementari e contribuiscono a proporre uno sguardo su tutta l’arte del XX secolo, fruibili nell’arco di pochi chilometri. Siamo grati della generosità delle collezioniste Barbara Burgerhout e Madame et Monsieur Solet per queste donazioni che arricchiranno le collezioni permanenti dei due musei e saranno visibili al pubblico tra pochi giorni a Prato".
"Un rapporto importante fra il museo Novecento e il Centro per Luigi Pecci di Prato che speriamo segni l’inizio di una proficua collaborazione fra due musei così importanti e vicini culturalmente", ha commentato l’assessore alla cultura di Palazzo Vecchio Giovanni Bettarini.
"È un esempio virtuoso di come il nostro patrimonio culturale, possa rigenerarsi attraverso nuove alleanze tra istituzioni, capaci di fare rete e di costruire insieme percorsi condivisi. Un plauso speciale ai due direttori, Risaliti e Colicell", ha concluso Cristina Giachi, presidente della commissione cultura del Consiglio Regionale.
Ad arricchire la collezione del Pecci sarà l’opera di Kounellis (Pireo GR, 1936 – Roma, 2017), Senza titolo, 1988 - una forma sagomata di piombo, bicchierini di vetro, alcolico, installazione a terra, proveniente da collezione privata. Seppure collocata a terra, riecheggia comunque la forma pittorica di un’icona astratta posta al centro di un fondale monocromatico composto dai bicchierini riempiti di bevanda alcolica. L’opera di Mario Merz (Milano, 1925 – 2003), “Une ouvrée, une mésure de terre qui donne un portrait bien terrestre“, del 1986, anticipa la forma a spirale tratteggiata su un piano ortogonale con blocchetti regolari di cemento contrapposti all’irregolarità naturale delle fascine di legno.
Infine Mimmo Paladino (Paduli, Benevento, 1948), con “Così da vicino“, 1980, olio, gesso e materiali vari su tela. Dagli anni Settanta Paladino ha reinterpretato l’arte attraverso l’uso di tecniche e simbologie antiche, per realizzare opere nuove di sapore arcaico. L’artista ha concentrato il proprio interesse sulla figurazione: immagini astratte e oniriche si susseguono sulla tela, definite spazialmente da strutture geometriche, inserimenti di vari materiali e forme fissate come delle icone.