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Muratore cade dalla scala e muore. Strazio e rabbia della famiglia: "Grande lavoratore, siamo distrutti"

Il 46enne albanese è precipitato da tre metri di altezza battendo la testa al suolo: è deceduto sul colpo. I parenti: "Era una brava persona, siamo senza parole". Disposta l’autopsia: ipotesi malore prima della caduta.

Aveva 46 anni e viveva a Empoli con la compagna e la figlia adolescente

Aveva 46 anni e viveva a Empoli con la compagna e la figlia adolescente

di Pietro Mecarozzi

"Era una brava persona, un grande lavoratore, siamo senza parole". Gli occhi colmi di lacrime. Il volto stravolto. I gesti nervosi e rassegnati. Una sigaretta accende l’altra: perché la rabbia si mischia al dolore. Fissa il corpo del suo compagno, Remzi E., senza riuscire a crederci. L’uomo, 46 anni di origini albanesi, ieri mattina intorno alle 11.30 stava ridipingendo la pensilina di cemento che copre il tratto dal cancellino al portone d’ingresso di un condominio di via Mariotto di Nardo, nel rione Ponte a Greve, quando è caduto dalla scala e precipitato al suolo. Secondo le prime ricostruzioni, il muratore avrebbe battuto la testa morendo sul colpo. Attorno non aveva ponteggi. Assenti anche un’imbracatura e il caschetto. "Viveva con noi a Empoli – dice la figlia della compagna, che intanto sta dando la brutta notizia a i parenti della vittima –, era in Italia da circa 20 anni: lavorava per una ditta, giorno e notte. Aveva un grande cuore, siamo scioccati".

La caduta all’indietro è stata almeno tre metri. In quel momento non c’erano né residenti affacciati sui balconi dei molti edifici circostanti, né passanti che assistono alla scena: l’uomo è precipitato di testa, schiantandosi al suolo. È la 22esima morte sul lavoro in Toscana da inizio 2025. Il 2024 si è chiuso con 68 infortuni mortali: in testa tra le province con il più alto numero di vittime c’è Firenze (28).

A ritrovare Remzi è un suo conoscente, che vive a pochi campanelli di distanza. Insospettito dal forte rumore dello schianto, si è precipitato al civico 5 della via. Arrivato al cancellino si è trovato di fronte il corpo senza vita del 46enne. Dalla bocca un rivolo di sangue. Intorno alla testa, invece, una pozza rossa colora le mattonelle.

Parte subito l’allarme. L’uomo chiama i soccorsi e le forze dell’ordine. Sul posto arrivano un mezzo del 118, i carabinieri e due ispettori del Pisll, la sezione dell’Asl che si occupa di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. I medici non posso far altro che costatarne il decesso.

La posizione del corpo dell’uomo, per qualche istante, fa insospettire gli ispettori. Anche se, stando a quanto trapela, la caduta dalla scala sarebbe del tutto accidentale. Un piede messo male? Un malore fulminante? È ancora presto per dirlo. La pm di turno, Ornella Galeotti, ha aperto un fascicolo d’inchiesta e disposto l’autopsia sul corpo.

Chi gli avesse commissionato quel lavoretto è ancora da chiarire. Ombre anche sulle misure di sicurezza: non è stato rinvenuto un caschetto, tanto meno erano presenti imbracature. I dispositivi di protezione individuale avrebbero potuto evitare questo epilogo? E chi avrebbe dovuto fornirglieli? Domande alle quali la procura di Firenze dovrà trovare delle risposte.