Multe. Occhi sul tachimetro, clacson e inchiodate, psicodramma in strada per il velocar

Viaggio all’Isolotto dove c’è l’apparecchio che ha il record di sanzioni

Il velocar delle polemiche in fondo al viale Etruria

Il velocar delle polemiche in fondo al viale Etruria

Firenze, 12 ottobre 2022 - Lo spettro dell’ennesima busta da lettere con multone annesso che fa capolino dalla cassetta della posta si traduce in un’accelerazione cardiaca ogni volta che l’automobilista di turno si avvicina a uno dei nuovi velocar installati in primavera da Palazzo Vecchio.

Sì perché molti, come raccontiamo in queste pagine, si sono visti recapitare a domicilio salatissime contravvenzioni pur credendo in coscienza di aver sempre rispettato i limiti davanti agli apparecchi di rilevamento della velocità, convinzione questa forse frutto dell’abitudine a rallentare davanti all’autovelox ’vecchia maniera’.

Oggi la velocità di crociera dei veicoli non è più semplicemente ’flashata’ bensì definita attraverso una media matematica dell’andatura rilevata in un tratto di strada di una trentina di metri. Poi su dove questa tratta inizi e dove finisca a quanto pare i fiorentini non hanno le idee molto chiare – e d’altronde pare anche difficile trovare informazioni precise in proposito dalle comunicazioni istituzionali – se si pensa che l’apparecchio del viale Etruria, collocato subito dopo il sottopasso della tramvia in prossimità dell’inizio della Fi-Pi-Li, ha fotografato e sanzionato qualcosa come 87.816 veicoli (975 al giorno, uno ogni minuto e rotti) in appena tre mesi.

Possibile che un migliaio di persone al giorno continuino a distrarsi? Possibile che la ’smania’ di andare a 60 chilometri orari invece che a 50 sia così tanta da accettare di pagare ogni volta una multa? Difficile trovare risposte.

Ve detto, precisazione scontata, che se c’è una regola questa va rispettata e che chi sbaglia è giusto che paghi. Schiacciare troppo il pedale, specialmente in città, non è certo sinonimo di rispetto e civiltà. Semmai qui legittimamente ci interroghiamo sulla posizione di certi velocar. E’ davvero così necessario scendere restare sotto i 50 orari nel viale Etruria in un punto dove la strada è molto larga e non c’è alcun rischio per i pedoni? Non sarebbe meglio posizionare questi apparecchi magari in altre sedi più strategiche e utili (vicino alle scuole ad esempio dove spesso e volentieri incoscienti maleducati sgassano che è un piacere)?

Ce lo chiediamo perché ieri mattina abbiamo provato a percorrere il vialone dell’Isolotto, direzione superstrada. Il ’rallentamento’ di massa che inizia già alcune decine di metri prima del velocar (ricordate la difficoltà a capire bene dove inizia la ’registrazione’ della velocità?) ha un qualcosa di surreale tra camion che sfanalano e suonano il clacson invitandoti a dare gas, automobilisti con gli occhi fissi sul tachimetro (siamo sicuri che questa non sia la vera distrazione?) e inchiodate improvvise per non tamponare chi procede davanti.

Perché diciamocelo: siamo i primi a puntare il dito contro chi corre sulle strade cittadine, ma alzi la mano a chi non capita mai nel flusso di traffico di superare anche di pochissimo i 55 chilometri orari (a 56, tolto il comporto del 5%, scatta la multa da 29 euro più 15 di notifica se pagata in cinque giorni). E alzi la mano anche chi, guidando più vicino ai 60 all’ora che ai 50 si è sentito un pericolo pubblico.

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