Il corridoio di un ospedale (foto di repertorio Ansa)
Firenze, 23 novembre 2018 - Per ora è un mistero doloroso. E si arriva al paradosso di dover sperare che si sia trattato di un caso di sids, cioè una Sudden infant death syndrome, comunemente conosciuta come ‘morte in culla’. Terribile, micidiale, implacabile, ma sempre meglio che lasciare il dubbio sospeso che i genitori possano aver avuto un qualche ruolo nella tragica fine di un neonato.
E’ di questa natura la vicenda di cui si sta occupando in queste ore la Procura della Repubblica di Firenze. I magistrati sono stati informati che un bimbo di appena un mese di vita era morto mercoledì mattina, intorno a mezzogiorno. Il piccino era stato portato al Meyer sembra in seguito a problemi polmonari.
Avrebbe cominciato a respirare a stento, poi il movimento dei polmoni si era fatto via via più sottile e il respiro flebile flebile. Allo stesso tempo avrebbe cominciato ad assumere una colorazione blu violacea alle labbra, al viso, alle manine. Una cianosi diffusa. Questo in base a una prima ricostruzione.
I medici del Meyer hanno fatto di tutto per salvarlo ma non c’è stato nulla fare, il piccino se n’è andato, è volato via. E adesso, con il dolore ancora caldo per questa perdita difficile da accettare – perché quando muore un bambino, in qualsiasi parte del mondo, muore una particella dell’umanità – la parola passa alle indagini. Il destino ha voluto che il piccolo fosse figlio di una coppia conosciuta come tossicodipendente.
Padre e madre lo sono. Significa che quasi certamente si è tratato di una sentenza della vita, ma per cancellare del tutto quel ‘quasi’, la Procura ha aperto un’ inchiesta e disposto che il corpicino sia sottoposto ad autopsia. Con tanto di prelievo di campioni da sottoporre ad analisi tossicologica per escludere qualunque causa ‘innaturale’ in questa morte. Al momento non ci sarebbero comunque indagati di sorta. Se non il destino.
am ag